Opera Buffa, Napoli 1707-1750 Pietà de’ Turchini

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SITO IN ALLESTIMENTO

Questo sito dedicato alla commedeja pe museca è un cantiere in movimento. Intende presentare una trascrizione accurata e filologicamente attendibile dei libretti superstiti della stagione 1707-1750, a partire dalle prime affermazioni pubbliche del genere comico fino al momento della sua definitiva consacrazione sul piano nazionale e internazionale. I testi si riferiscono esclusivamente alle rappresentazioni tenutesi a Napoli in quest’arco temporale, sia nei teatri impresariali sia in quelli privati. I materiali confluiranno nel tempo, attraverso l’acquisizione e la digitalizzazione di fonti disseminate nelle biblioteche e negli archivi più disparati. L’intento è quello di offrire uno spaccato non irrilevante di questa produzione musicale e drammatica nel cuore del Settecento, nella consapevolezza che sia necessario non perdere di vista la dimensione seriale che la caratterizza e che consente di comprenderne genesi, sviluppo, capacità di imporsi sul mercato, e pur tuttavia saper cogliere evoluzioni, nuances, spunti creativi e differenze a volte non pronunciate eppure significative di una storia e di un dialogo con la realtà del secolo. Esplorare questi documenti nell’ottica del confronto e della scoperta di richiami interni ed esterni equivale a mettere in discussione molti dei presupposti critici e storiografici che gravano sulla loro intelligenza, riconoscendo invece la crucialità di un’esperienza che ebbe forti risonanze nel pensiero e nell’azione teatrale dell’età dei Lumi.

Alla digitalizzazione dei materiali segue un costante aggiornamento della sezione introduttiva, in cui — accanto a informazioni salienti su ciascun libretto, affidato alla cura di singoli studiosi nel quadro di un progetto unitario — verranno date notizie bibliografiche mirate, con uno sguardo al primo allestimento e alla fortuna scenica. In una seconda fase si provvederà a fornire la traduzione italiana delle parti in napoletano, con la spiegazione di vocaboli e locuzioni di più ostica decifrazione. Il motore di ricerca permetterà svariate forme d’interrogazione all’interno del corpus, coadiuvate dal lessico o dall’indice onomastico di persone e luoghi, identificati e lemmatizzati.

 

 

 

Primi criteri di trascrizione

 

La trascrizione dei testi è tendenzialmente conservativa, ma è indispensabile puntare a una separazione delle parole che renda distinte le diverse forme.

In questa prima fase si sono lasciate del tutto inalterate le forme che per qualsiasi motivo sono risultate incomprensibili; infatti è sembrato prudente non intervenire con modifiche o correzioni che comprometterebbero futuri tentativi di interpretazione.

La trascrizione è stata conservativa, naturalmente nel rispetto del verso, della punteggiatura, delle maiuscole e delle abbreviazioni.

Nel lavoro la trascrizione si compie in tre diverse fasi successive: una prima di vera e propria trascrizione, una seconda di controllo che serve per eliminare gli errori di trascrizione, una terza di adeguamento a criteri generali concordati dopo la trascrizione di un buon numero di testi.

Intanto si danno le prime indicazioni qui elencate:

  • si separano le parole
  • si inseriscono gli apostrofi quando necessario (p. es. nuocchio è trascritto come n’uocchio)
  • si individuano e sciolgono i segni di abbreviazione: p. es. viēto, dove il trattino è un segno di abbreviazione, è trascritto vie(n)to
  • si conserva la distinzione tra i e j
  • si segnala con il segno ’ l’eventuale caduta dell’ultima sillaba (p. es. signo’)
  • gli infiniti si distinguono con accento (cantà)
  • si utilizza l’apostrofo per po’ (poco, come in italiano)
  • si utilizza l’accento per (può, terza persona del presente indicativo del verbo potere)
  • si utilizza l’apostrofo per puo’ (puoi, seconda persona del presente indicativo del verbo potere)
  • si utilizza l’apostrofo per vuo’ (vuoi)
  • si utilizza l’apostrofo per so’ (sono, prima e sesta persona di essere)
  • si utilizza l’apostrofo per si’ (sei)
  • pe (per) e cu (con) sono senza accento e senza apostrofo (poiché non si pongono problemi di omografia)
  • la stessa cosa vale per gli articoli nu, no, na
  • sporadiche forme aferetiche dell’articolo sono trascritte ’o, ’a
  • si conservano le consonanti doppie all’inizio di parola
  • conservativa è anche la trascrizione delle forme del verbo avere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Trimestrale elettronico 2016-1

Ultimo aggiornamento: 4 gennaio 2016

 

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