Opera Buffa  Napoli 1797 - 1750
  
  
 Fra lo sdegno nasce amore, Napoli, s.e., 1746
 a cura di Paologiovanni Maione
 
 
 
paratesto ATTO TERZO Apparato
 
 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 Reggia con Trono.
 BAJAZZETTE con ferro nudo in atto di ferirsi. ANDRONICO, e RAMBALDO trattenendolo.
 
 BAJAZZETTE
 
 Non occorre hò già pensato (ad Andronico.)
 Taci tu non serve niente (a Rambaldo.)
 Come un’asino innocente
 Mo’ mi voglio dissanguar.
 
5Lascia, ah lasciami, amico,
 Con questa sferra ultore, ed appontuta
 Una feruta futa
 Vo’ farmi nel vestito in questo giorno:
 O songo Bajazzette, o songo cuorno.
 RAMBALDO
10Col tuo nemico usar tu dei la spada,
 Non contro te, signor, e mi perdona.
 Che se fortuna oggi ti rese vinto,
 Oggi può far, che ’l tuo nemico, estinto
 Cada, e
 BAJAZZETTE
                 Taci bastaggio, io vo’ ammazzarmi.
15Ecco l’arma ripiglio.
 Un risoluto cor, non vuol consiglio.
 ANDRONICO
 Fermati Bajazzette, or’aje dell’asino,
 Scusame se t’avanto, a miglior tempo
 Serba la vita tua, e fa vedere
20Al faccia d’ascio di quel Tamerlano
 Quanto sa, quanto puote al cor d’un mostro,
 Penna infelice, e mal gradito inchiostro.
 BAJAZZETTE
 Vuoi ch’io veva?
 RAMBALDO
                                 Sì vivi, e a vendicarti
 Serba la tua persona.
 BAJAZZETTE
25Amico aje vinto, io ti perdon perdona. (ripone il ferro.)
 Ma comme soffrirraggio di vederme
 Comme a mazzo di broccoli attaccato
 E vilipeso poi da un pacchiano,
 Da un villano resagliuto! O stelle
30Potete far che io che voi cotanto
 Volea più dir, ma l’interruppe il pianto.
 RAMBALDO
 Fortezza, o Bajazzet, mira nel prato
 Il picciol rafanello,
 Che benché attorniato di lotame
35Esposto a’ venti, all’acque, ed al zappello
 Si mantien sempre forte, e piccantello.
 BAJAZZETTE
 Ma che sperar pozz’io fra tanti guai?
 ANDRONICO
 Paga i debiti, e Sbirri non avrai.
 RAMBALDO
 Non sconfidarti, o Prence
40Al valor di cotesta mia manzolla
 Dal teschio infame di quel mammalucco
 Scorrer farò sango, materia, e mucco.
 
 Onde rinforza bene
 Il corazzon nel seno,
45,, E qualche volta almeno
 ,, Ricordati di me. (parte.)
 
 SCENA II
 
 BAJAZZETTE, ed ANDRONICO.
 
 BAJAZZETTE
 Or quel ch’è peggio (o spito
 Che mi trapassa il cor qual fecatello!)
 Non veggio la mia figlia,
50La mia figlia infelice, o figlia, o figlia.
 ANDRONICO
 Del Vamerlan superbo
 Sarà sposa, e consorte in questo giorno.
 BAJAZZETTE
 La figlia mia a quel viso di scurmo?
 A quel naso d’arengha?
55Cieli, numi! che botta
 Mo’ mme la magnarria na spica cotta.
 ANDRONICO
 Frena il timore imbelle; che al comando
 Di questo mio, benché arrozzuto ferro
 Contro di quel ciaferro
60Irriterò le belve tutte, e ancora
 Piante, scogli, e formiche,
 Corvi, cornacchie, e piche
 Né mai lo lassarranno,
 Per fin, che illanguidito
65Non ti verrà a cercare per pietate
 Un scagliozzolo almen per caritate.
 Ed in premio di ciò ti chiedo questo
 Favor, se non ti spiace:
 Dammi solo la figlia, ed agge pace. (parte.)
 
 SCENA III
 
 BAJAZZETTE solo.
 
 BAJAZZETTE
70Asteria sposa a quel becco quernuto?
 No no, nol soffrirò fortuna rea.
 Di cocenti sospir l’airo accennea.
 Ah chi mi dà una striglia,
 Che strigliar quella faccia all’empio io voglio
75Son le lagrime mie l’aceto, e l’oglio.
 
    Son fatto per l’angoscie
 Un otra di miserie,
 E per mio duolo acerbo
 Le chiuse mie materie
80Non pozzo evacuar.
    Potrei uscir d’affanno.
 Ma un fiero cane corzo
 Già m’enghie di furore,
 E a morzo, questo core
85Or si vorria mangiar. (parte.)
 
 SCENA IV
 
 TAMERLANO, ASTERIA, con seguito di Guardie Tartare.
 
 TAMERLANO
 Mia bella Asteria, or dimmi, qual ti sembra
 L’aspetto mio gentil, quel ricco Trono?
 Si sembra sì deforme
 Sì come ti diceva Bajazzette?
 ASTERIA
90Anzi grato l’accetto.
 TAMERLANO
 Su quello or dunque andiam dal braccio mio
 Ben acquistato soglio,
 Ivi impalmar ti voglio,
 Affinché l’Asia ancor per sua Regina
95Oggi t’onori, e cole.
 ASTERIA
 Grazie signor ti rendo, e mille, e cento.
 TAMERLANO
 Dammi la destra.
 ASTERIA
                                   E con la destra il core.
 TAMERLANO
 Viva amor, regni amor, trionfi amore.
 
    Cara gl’affetti miei
100Cangiar mai non vedrai,
 Tu fosti, e tu sarai
 L’oggetto del mio cor.
    Vedo, che amante sei,
 Ma, oddio! un fier sospetto
105Mancar mi fa nel petto
 La speme del tuo amor. (finita l’aria s’avviano per ascendere su ’l Trono, giunge Bajazzette, e li ferma.)
 
 SCENA V
 
 BAJAZZETTE, e detti.
 
 BAJAZZETTE
 Fermate olà.
 TAMERLANO
                          Che chiedi empio malnato?
 Chi t’indusse con superba baldanza
 Nella mia Regia ancor aver possanza?
 BAJAZZETTE
110Non voglio, che mia figlia
 Sia sposa tua faccia di miscemao.
 TAMERLANO
 Temerario, e tanto ardisci! non vedi
 Che sei mio prigionier.
 BAJAZZETTE
                                             Il sosamello,
 Ch’hò nel piè non mi toglie
115Ragion sopra mia figlia.
 TAMERLANO
 Più tua figlia non è, mia sposa è questa.
 ASTERIA
 (Finger convien per ingannar l’indegno.)
 Padre non t’adirar.
 BAJAZZETTE
                                      Taci sfacciata. (ad Asteria.)
 Comme tu vil marrone
120Vuoi sposar mia figlia; villan briccone?
 Ti fò commanno: Olà? non favillare
 Dell’empio Tamerlan più cosa alcuna,
 Che senza dote ancor farraje fortuna.
 TAMERLANO
 Oh che folle arroganza?
125Così un Schiavo favella?
 Ah, se il tuo volto o bella,
 Non scemasse il furor, che sento in petto
 L’infame avrei punito al tuo cospetto.
 BAJAZZETTE
 Ecco qua il capo, il collo,
130E tutti i membri miei, taglia, sminozza,
 Fanne di me tabbacco di seviglia
 Ma la tua man non toccherà mia figlia.
 TAMERLANO
 Ti vo’ avvilito almen, se non placato.
 Olà si butti a terra
135Il superbo Ottomano,
 E quel teschio nasuto
 Malconcio, insulzo, e schivo
 Mi serba per scabel per girne al trono,
 Affinché veda, che ’l vincitor io sono. (le guardie s’accostano a Bajazzette per buttarlo a terra, ed egli si prosta da sé.)
 BAJAZZETTE
140Non vi pigliate incomodo
 Signori miei, che adesso
 Lo farò da me stesso.
 Ecco qual Pecorello Bajazzette
 Posto di capo in terra, sagli, e scendi
145Crudele, ecco la via, e con se venga
 Quella figlia verruta.
 Oggi si veda al soglio del nemico
 Con non più intesa orrenda meraviglia:
 Sul capo al genitor passar la figlia. (Bajazzette prostato a piè del Trono posa il capo sul gradino di quello, e Tamerlano presa per la mano Asteria posa con disprezzo il piede sul capo di lui.)
 TAMERLANO
150Andiamo Asteria.
 ASTERIA
                                   Ah, mio signor ti sieguo,
 Ma non per quella via, la mia pianella
 Non toccherà del genitor la fronte.
 Se tu mi vuoi tua sposa, col mio piede
 Toccar non voglio quell’illustre testa.
155Testa cara, ed amata,
 Testa del genitor, testa adorata.
 TAMERLANO
 Sorgi!
 BAJAZZETTE
               No.
 TAMERLANO
                         Sorgi olà.
 BAJAZZETTE
                                             Perfide stelle,
 O fato empio, e nefando
 Mi vorrei ammazzar, ma non hò brando.
 TAMERLANO
160Or mira Bajazzette, a tuo rossore
 Quale è tua figlia, e quanto
 Da te diverso io sono.
 Andiam. (ad Asteria.)
 ASTERIA
                     Vengo. Deh Padre
 Volgimi un guardo, or che men vado, al trono.
165Ma il Padre oddio! mi fugge. (parte Bajazzette.)
 Nemico Ciel serena anche una volta
 Il tuo feroce aspetto.
 E tu fato crudel placa il tuo sdegno,
 Alfin che vi hò fatto io?
170Per pietà secondate il mio disegno.
 
    Da funesti, e rei pensieri
 Aggitar mi sento il core;
 Fra lo sdegno, e fra l’amore
 Pace, oddio, il cor non hà. (va a sedere a lato al Tamerlano.)
 
 SCENA VI
 
 IRENE, e detti.
 
 IRENE
175Che veggio, ah traditor, così d’Irene
 Si schernisce l’amor? quest’è la fede
 Che promettesti ingrato?
 E tu malvaggia donna,
 Donna senza rossor nel tempo istesso
180Avanti a gl’occhi miei siedi fastosa
 Sul soglio a me promesso?
 ASTERIA
 Ohimè. (s’alza dal trono.)
 TAMERLANO
                   Dove mio sole? (trattenendola.)
 ASTERIA
 Parto, o signor.
 TAMERLANO
                               Perché?
 ASTERIA
                                                Soffrir non posso
 Un tale affronto.
 TAMERLANO
                                 È stolta.
185Non ti turbar mio bene.
 Con più rispetto Irene
 Avanti al tuo signor favella.
 IRENE
                                                    E come,
 Ti veggio su del trono
 Seder la mia nemica a lato, e vuoi
190Ch’io taccia ancor, quando tradita io sono.
 TAMERLANO
 Non lice a te turbare i miei amori.
 IRENE
 E lice forse a te d’esser spergiuro?
 TAMERLANO
 È folle, Irene, il tuo pensier se crede,
 Oggi in amar vi sia, chi osservi fede.
195Fosti è ver, io nol niego,
 L’oggetto il più gradito a gl’occhi miei
 Or quella più non sei.
 Vuoi più saper: Asteria è l’idolo mio;
 Tu datti pace intanto, e vanne, addio.
 IRENE
200Vado per or: ma tu crudel aspetta
 Da questo cor sdegnato
 L’ultima contro te fatal vendetta.
 Farò
 TAMERLANO
            Stolta, dì pur, che mai faresti?
 IRENE
 Questo non so: basta già m’intendesti.
205Né fidarti se propizia la sorte
 T’asseconda le palme,
 Che fra le palme ancor avrai la morte,
 E finché vivo sarai
 Tanto t’aggiterò, quanto t’amai.
 
210   Mentre freme il vento irato
 Trema ancor la quercia annosa,
 E superba, ed orgogliosa
 Abbattuta al fin cadrà.
    Tu spezzasti amante ingrato
215La speranza del mio amore
 Trema dunque, o traditore,
 Che punirti amor dovrà. (volendo partire, è trattenuta da Bajazzette.)
 
 SCENA VII
 
 TAMERLANO, ed ASTERIA sul Trono, IRENE, e BAJAZZETTE trattenendola.
 
 BAJAZZETTE
 Donna non ti partir.
 IRENE
                                        Lascia, ch’io parta.
 BAJAZZETTE
 Senti non t’adirar, ca qua song’eo.
220O scenderà cotella
 Figlia d’un caparrone,
 O qua voglio morir, come un crastone.
 E tu senti sfacciata, che mia figlia
 Non sei, ma t’ave gnenetata un Orzo
225Ah ti vorrei scippar quel viso a morzo?
 Vieni, scendi, ed ammazzami
 Per saziar la tua spietata abbramma
 Di questo core afflitto
 Fanne un spezzatello, ed un zoffritto.
230Uccidermi non vuoi? no? A sta pidata
 Per uscir d’affanno
 Tutto pieno di rabbia, e di velino
 Voglio andar a trovar Pontannicchino. (finge partire disperato, ed Asteria scende dal Trono, e lo trattiene.)
 ASTERIA
 Padre, deh ferma, arresta, arresta i passi.
 TAMERLANO
235Così debbole Asteria?
 ASTERIA
 Ma il Genitor va a morte.
 TAMERLANO
 Lascia che muoja: è questo
 Il momento opportun del mio riposo,
 Più lieta tu godrai con me tuo sposo.
 ASTERIA
240Ah no.
 TAMERLANO
                Ah perfida donna.
 ASTERIA
 Padre, Irene ascoltate, e tu mi ascolta
 O Tamerlan: credete
 Che per esser Regina,
 Ed esser vagheggiata
245Colla Corona in fronte, col real manto,
 E collo sciettro in man sotto il Tosello
 Abbia dato la mano a quel monello!
 Sbagliate, e affinché ogn’uno
 Resti capacitato, o Tamerlano
250Volgi lo sguardo, e ve’ che tengo in mano
 Quest’era il primo destinato amplesso
 Ad un mostro tiranno, qual tu sei. (cava un stile dal petto, e lo pone sul primo scalino del Trono.)
 Giace inutil ferro al piè del Trono,
 Ma in esso puoi veder meglio chi sono.
 IRENE
255O Donna, o gran costanza!
 Confusa io parto a tanta meraviglia.
 BAJAZZETTE
 Oh che figlia, oh che figlia. (parte.)
 TAMERLANO
 O perfidia, o baldanza! (cala dal Trono.)
 Perfida iniqua Donna
260In te così prevale
 L’arte di simular, tradir chi t’ama?
 Questo premio tu rendi
 A la mia bella fede?
 È folle pur che crede
265Che il cor d’un empia Donna sia fedele.
 In carcere profondo
 Conducete l’iniqua.
 Mora l’empio Bajazzette.
 Ma qual smania spietata
270M’aggita in seno l’alma?
 Io mi sento morir, non hò più calma?
 
    In mezzo a mille furie
 Il cor mi sento fremere,
 Colla sua face orribile
275Non so qual fiero oggetto
 Tutto m’accende il petto
 D’insolito furor.
    Misero a chi serbai
 I dolci affetti miei!
280Deh per pietate, o Dei
 Col vostro giusto fulmine
 Dell’empio, e della perfida
 Incenerite il cor. (parte.)
 
 SCENA VIII
 
 BAJAZZETTE, ed ASTERIA tra guardie.
 
 ASTERIA
 Padre.
 BAJAZZETTE
                Figlia.
 ASTERIA
                              Ai che duolo!
 BAJAZZETTE
                                                        Ai che tormento.
 ASTERIA
285Tu a morte?
 BAJAZZETTE
                          Tu nell’empie oscure carcere.
 ASTERIA
 Oh che pena.
 BAJAZZETTE
                           Oh che affanno.
 ASTERIA
 O caso?
 BAJAZZETTE
                  O presutto?
 ASTERIA
 Padre.
 BAJAZZETTE
                Figlia.
 ASTERIA
                              Tu parti?
 BAJAZZETTE
                                                  Tu ten vai?
 ASTERIA
 E mi lasci così?
 BAJAZZETTE
290E così m’abbandoni scorfanello.
 ASTERIA
 Chi mi consola, oddio!
 BAJAZZETTE
                                            Chi mi consiglia.
 ASTERIA
 Ah non partir.
 BAJAZZETTE
                             Deh torna.
 ASTERIA
                                                   Padre.
 BAJAZZETTE
                                                                  Figlia.
 
    Prendi quest’ultimo
 Amplesso mio
295Addio, addio.
 Che addio; na zubba
 Fa in petto il core
 Per il dolore
 Tubba catubba
300E nania nà.
    Figlia non piangere
 Frena le lagrime,
 Dov’è il grand’animo
 La Majestà. (parte.)
 
 SCENA IX
 
 ASTERIA, indi IRENE.
 
 ASTERIA
305Sorte crudel deh propizia una volta
 Ti mostra al mio pensiero,
 E pur fra tante pene
 Di quel Tiranno io spero
 La palma riportar (volendo partire s’incontra con Irene.)
310Ma torna Irene.
 IRENE
 Asteria al tuo tormento
 Sa il Ciel quanta pietà nel petto io sento
 Ma tu dal duol convinta, e dal martire
 Soffocata non parli, e non rispondi
315Aggitata t’aggiri, e ti confondi!
 ASTERIA
 È sì fiero il rigor della mia sorte,
 Che ancor senza morir provo la morte.
 
    Spiegar io ti vorrei
 Di questo cor le pene,
320Ma un rio tormento, oddio
 Oppressa ognor mi tiene,
 Mi toglie il respirar.
    Per non poter soffrire
 Sì barbaro martoro
325Ogn’or vorrei morire,
 E pur, ohimè! non moro,
 Ma vivo nel penar. (parte.)
 
 SCENA X
 
 IRENE sola.
 
 IRENE
 Non si perda di vista
 Questa benché sprezzata
330È mia rival, felice me, se il soglio,
 Che ragione, e beltà si mal difende
 Non sperata fortuna oggi mi rende.
 
    Di bella speranza
 Già vedo un baleno,
335E l’alma nel seno
 Non ha più martir.
    Fu sempre costanza
 La base d’amore,
 E spesso al dolore
340Succede il gioir. (parte.)
 
 SCENA XI
 
 TAMERLANO con seguito ASTERIA fra soldati.
 
 TAMERLANO
 Guardie, qui venghi Asteria. (parte un soldato.)
 Alla morte del Padre
 La figlia ancor consenti,
 E se s’oppon l’altera (siede al trono.)
345Oggi col padre ancor farò che ei pera.
 ASTERIA
 Da me che mai si chiede?
 TAMERLANO
 La vita, e ’l soglio
 ASTERIA
 A bastanza, o superbo
 Tu spiegasti, io soffrii.
350E credi forse, che d’Asteria il core
 Punto vacilli in questa dubbia sorte?
 T’inganni, o stolto, io scelgo già la morte.
 TAMERLANO
 Or ben: su via Ministri col mio sdegno
 Per abbatter di quest’empia l’orgoglio
355Fate che mora il Padre.
 ASTERIA
 Fermati, o Tamerlan.
 TAMERLANO
                                          Forse il farai?
 ASTERIA
 Sì che ’l farò.
 TAMERLANO
                           Qui venghi Bajazzette (partono le guardie.)
 Or sì che men severo
 In quegl’occhi, in quel labro amor io spero. (siede sul trono, Asteria al Tavolino.)
 
 SCENA XII
 
 BAJAZZETTE fra soldati, e detti.
 
 BAJAZZETTE
360Ecco qua dissalzato
 D’armi, e coron, ma cento, e trentasette
 Seccate nnoglie opprimon Bajazzette.
 Su presto di’ che chiedi?
 E mentre io parlo, tu favella in piedi.
 TAMERLANO
365Sei stolto fellon.
 BAJAZZETTE
                                Taci Rumolone.
 Io son Ma qual suon di corne festose?
 
 SCENA XIII
 
 ANDRONICO, e RAMBALDO da dentro, e poi fuori, e detti.
 
 ANDRONICO
 Cessate il corno infesto,
 Percorrete i miei passi
 Valorosi Arcieri, e forti carcassi,
370Ad abbatter con ferri, scope, e pali
 Terre, Città, Fosse, Piazze, e Casali.
 TAMERLANO
 Qual tradimento è questo!
 Ite voi a punir l’empj rubelli.
 Qui meco voi restate. (partono i soldati.)
 BAJAZZETTE
375Già d’allegrezza il fetoso Castello
 Hà fatto una bombata
 Vedi mia figlia amata.
 TAMERLANO
 Si fermi Bajazzette.
 ANDRONICO
 Ah canaglia frabutti.
 RAMBALDO
380Ammazzateli tutti.
 TAMERLANO
 Voi fuggite codardi?
 Io, che non temo
 In più fiera sembianza orrida morte
 Solo m’espongo a contrastar mia sorte.
 ANDRONICO
385Ti ferma olà, mio prigionier tu sei.
 TAMERLANO
 Molto ti costerà superbo; lascia
 In mia difesa il ferro.
 ANDRONICO
 Non ti mover t’assesto
 Un parapesso tal, che ti sotterro.
 TAMERLANO
390Empio destino!
 BAJAZZETTE
                                E biva il fedelone
 Ti voglio proprio far un carizzone.
 ANDRONICO
 Gran Capitan.
 RAMBALDO
                             Mio Prence.
 ANDRONICO
 Poneteli il capestro.
 Signor, ecco il superbo Tamerlano,
395Cioè, quel Porco insano,
 Che col mio brando atroce
 Li feci far sì barbaro tracollo,
 Che la nocella li strozzai del collo.
 RAMBALDO
 Chia chia chiano.
 BAJAZZETTE
                                   Che mmalan aje? Amico.
400Diggerir non si può è troppo cruda.
 ANDRONICO
 E tutto questo è poco
 Al tuo merto, al tuo viso, al mio gran foco.
 Direi
 BAJAZZETTE
              Basta per or, oggi in publica piazza
 Farotti levare sopra il mio carro
405Questo tuo sprepositato catarro.
 ANDRONICO
 Ma il guiderdon, che promettesti?
 BAJAZZETTE
                                                                È vero.
 Ciò, che vuoi ti prometto
 Aggiustate la figlia, il resto io accetto.
 Vieni Rambaldo. (parte.)
 RAMBALDO
                                   So’ lesto.
 ASTERIA
                                                      Che cosa?
 ANDRONICO
410Che tu sarai mia sposa.
 
 SCENA XIV
 
 TAMERLANO, ASTERIA, ed ANDRONICO.
 
 ANDRONICO
 Cor di camello, e comme
 Puoje vedermi diguazzar nell’angoscie
 Ammazzollato nel mortal pericolo
 Qual si diguazzi al fiume l’Anitropolo
415Per non vederti più voglio partire.
 ASTERIA
 E ancor non parti?
 ANDRONICO
                                     Ah no, che amor m’arresta.
 TAMERLANO
 Oh Dio! (che pena è questa.)
 ANDRONICO
 Alfin io partirò non s’infadeggi.
 Ma sei barbara troppo
420Sappi che di galoppo
 A le negre gramaglie
 Voglio narrar questo mio caso amaro
 Servendomi del mar per calamaro.
 
    Dal più cupo del precordio
425Voi m’avete spiantellato
 Mia prefulgida ragazza
 Quella gran cocozza pazza
 Della cara libertà.
    Co lo ntintirintì
430Co lo ntantarantà
 Co lo nanianella
 Co lo nanianà
 Cardella mia bella
 Via accostate cca.
 
 SCENA XV
 
 ASTERIA, e TAMERLANO.
 
 TAMERLANO
435Dove?
 ASTERIA
                Convien, ch’io parta.
 TAMERLANO
 Di lacerarmi il cor, so che ti piace.
 Ma! oh Dio! soffrir non posso
 Tanto rigor; intrepido m’espongo
 A quanto di funesto
440Contro di me può decretar la sorte,
 Ma; che voglia la morte
 Esser di gusto a te, crudel tiranna
 Tanto non so soffrir, questo m’affanna.
 
    Luce degl’occhi miei
445Deh rammentar ti dei
 Del nostro primo amor.
 
 ASTERIA
 
    Di questo tuo tormento
 Pietà nel cor non sento
 Perfido traditor.
 
 TAMERLANO
 
450Bella.
 
 ASTERIA
 
              Vaneggi ingrato.
 
 TAMERLANO
 
 Oh Dio! che pena amara
 Mancar mi sento il core.
 
 ASTERIA
 
 Il cieco tuo furore
 Morte punir dovrà.
455Sol mi tormenta o cara
 Questa tua crudeltà.
 
 TAMERLANO
 
 Questo è morir d’affanno
 Senza trovar pietà. (tra sé.)
 
 ASTERIA
 
 E pur di quel tiranno
460Sento qualche pietà. (tra sé. partono per parte diversa.)
 
 SCENA ULTIMA
 
 Al suono di varj istromenti di fiato comparisce dal fondo della Scena BAJAZZETTE sopra d’un carro Trionfale con scettro accompagnato da IRENE, ANDRONICO, e RAMBALDO travestiti, precede un numeroso seguito di Soldati Ballarini, Popolo, poi ASTERIA, ed in ultimo TAMERLANO.
 
 ANDRONICO
 
 Sonate cornette
 Con voce gioliva
 Al gran Bajazzette
 Po date no viva.
 
 TUTTI
 
465E viva, e viva.
 
 BAJAZZETTE
 Popoli, allegramente
 Vingemmo, festeggiate
 E tu di Trebisonda, o Prencipessa
 Oggi sarai la mia Gran Suldanessa.
 IRENE
470Mi son grate Signor le grazie tue.
 BAJAZZETTE
 Olà per onorare i miei sponsali
 Presto incominciamo, danze, e Carole
 Con sciappé, cuppé, con quarte, e crapiole. (Mentre incominciano il Ballo viene Asteria aggitata.)
 ASTERIA
 Caro Padre deh per pietà soccorri
475L’afflitto Tamerlan, che disperato
 Già si trafigge il core.
 BAJAZZETTE
                                          E comme è stato?
 TAMERLANO
 Ov’è la fiera mia crudel nemica
 Ov’è, che questo ferro.
 BAJAZZETTE
 Ti ferma olà ciaferro.
 TAMERLANO
480Che vuoi da me crudel.
 BAJAZZETTE
 Non voglio che tu chianghi
 Mentre io rido.
 E vedi faccia di rapa
 Quant’affrizzione io porto alla mia figlia.
 TAMERLANO
485Che ascolto mai!
 ASTERIA
                                 Felice me!
 BAJAZZETTE
 E giacché il vostro amor nacque da sdegno
 Io colla figlia ancor ti cedo il regno.
 TAMERLANO
 Asteria.
 ASTERIA
                  Mio tesoro.
 TAMERLANO
 Mio dolce affetto.
 A DUE
490M’opprimon le mie gioje il cor nel petto.
 BAJAZZETTE
 Intronatevi dunque, e questo scettro
 A te serva per briglia,
 Per pazziariello poi alla mia figlia.
 TAMERLANO
 Andiamo Asteria.
 ASTERIA
                                   Vengo.
 ANDRONICO
495E le prodizze mie so’ ghiute al vento,
 Quello si sporpa quel osso di presutto
 E tu te munne questa ficha d’Innia
 Sol io resto collo stommacho asciutto.
 BAJAZZETTE
 E statte zitto ntontaro, abballammo
500C’appriesso non te manca
 ANDRONICO
 E che mme vo’ mancà, mme manca tutto
 Da tre juorne, che magno pane asciutto
 Ma incominciamo la nostra danza
 E voi aggiate pietà di questa panza
505E se sgarro al cuppetto
 Sappiate Signori
 Ca già so’ tre juorne n’arrecetto. (Balli, e fine.)
 
 Cantate cornette
 Con voce gioliva
510Al gran Bajazzette
 Poi date no Viva.
 
 TUTTI
 
 Viva.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

Trimestrale elettronico 2016-1

Ultimo aggiornamento: 4 gennaio 2016

 

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