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| | Capitano Giancocozza, Napoli, s.e., 1747 |
| | a cura di Paologiovanni Maione |
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| | CAPITANO GIANCOCOZZA |
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| | Componimento Drammatico per Musica da rappresentarsi dalla Compagnia de’ Comici del Teatro de’ Fiorentini nel corrente anno 1747. Dedicato all’Illustriss., ed Eccellentiss. Sig. il Signore D. Giovan-Battista Vitilio. Marchese di Auletta, e Principe di Cerenzia &c. |
| | In Napoli MDCCXLVII. Con licenza de’ Superiori. |
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| | Eccellentiss. Sig. |
| | Dal presentare, che si fa a’ Mecenati l’umile offerta di qualche tenue dono, due cose a comun credere infallantamente diduconsi: La semplicità di chi l’offerisce, di chi lo accetta la magnanimità: Che per tanto nel dedicare che faccio all’E.V. l’umil tributo di questo incolto Drammatico componimento; sebbene mi sia noto, che mal corrisponda a chi si offrisce il dono; nulla però di manco, io colla solita schiettezza dell’animo mio ho adempiuto le veci della mia candidezza, incumbe ora a V.E. di esercitare (col non isdegnarlo) gli atti soliti del vostro magnanimo core; ed in particolare vi prego a volerlo riguardare con occhio benigno; bastandomi per ferma sicurezza, che ciò facciate nella guisa appunto fa il Sole, che nel diffondere sulla Terra lo benefico suo sblendore, non distinque la qualità degli ogetti; ma sopra tutti egualmente influisce i luminosi suoi raggi; che sarò con ciò sicurissimo di vederl’onorato, qualificato, e difeso da ogni più spaventevole colpo di detrazzione di coloro, che Vacuas implent sermonibus aures. Ovid. |
| | Non mi dilungo a porgervi ulteriori preghiere: A me è pur troppo nota l’alta vostra Generosità; e noto pur anche a V.E. che nulla res carius emitur, quamque precibus impetratur. Sen. Assieme con il lieve dono, accoppio l’offerta della mia ossequiosa persona, |
| | Dona quant’ha chi dona al fin se stesso |
| | e resto per sempre manifestandomi |
| | Di V.E. |
| | Umiliss. ed Oblig. Serv. |
| | Domenico Antonio di Fiore. |
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| | ATTORI |
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| | CAPITANO GIANCOCOZZA, Cognato di Scarfuoglio uomo schiribizzoso, ed amante di Checca. |
| | Il Sig. Domenico Antonio di Fiore. |
| | LISETTA Fraschetana Commadre di Scarfuoglio allevata in sua casa, amante di |
| | La Sig. Girolama Grati. |
| | DAMIRO Giardiniero amante di Lisetta. |
| | Il Signor Pietro Grati. |
| | D. CHECCO Figlio di Scarfuoglio giovine affettato, che vuole adattarsi alla Civiltà, amante di |
| | La Sig. Margherita Gallegari. |
| | CECCA Nipote di Scarfuoglio amante del Capitano. |
| | La Sig. Anna Cavallucci. |
| | SCARFUOGLIO Vecchio Contadino di Agniano. |
| | Il Sig. Gennaro di Arienzo. |
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| | La Scena si finge in un Casale di Napoli con veduta di casamenti, e giardini. |
| | La Musica è del Signor D. Gregorio Sciroli Maestro di Cappella Napoletano. |
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