Opera Buffa  Napoli 1797 - 1750
  
  
 L'ambizione delusa, Napoli, A spese di Nicolò de Biaso, 1742
 a cura di Paologiovanni Maione
 
 
 
paratesto ATTO PRIMO ATTO SECONDO ATTO TERZO Apparato
 
 L’AMBIZIONE DELUSA
 
 
 Commedia Pastorale di Domenico Canicà. Da rappresentarsi in musica nel Teatro Nuovo sopra Toleto: nella Primavera dell’anno 1742. Dedicata a Sua Eccellenza il Signor D. Lelio Pacecco Carafa, Marchese d’Arienzo, Grande di Spagna di prima classe, Cavaliero dell’Insigne Ordine del Toson d’oro, Gentiluomo di Camera di S. M. C. e Marescial di Campo de’ suoi Reali Eserciti, Alfiero della Campagna Italiana delle sue Reali Guardie del Corpo, e Capitano della medesima Campagna della Maestà del nostro Re, che Dio guardi.
 In Napoli MDCCXLII. Con licenza de’ Superiori. A spese di Nicolò de Biaso: da cui si vendono al Largo del Castello, presso la Posta di Salerno.
 
 
 Eccellentissimo Signore.
 Non vi è cosa, Signore Eccellentissimo, che volgarmente stimisi più facile a eseguirsi, quanto l’innalzar con giuste lodi il merito, e le virtù di un Soggetto illustre e grande. Con questa idea camminando anche io, mi era lusingato che in dovendole dedicar questo Dramatico componimento, arei senza grave stento trovato largo campo da esprimer i veri sensi del mio ossequio verso l’E. V., adattandomi a celebrarne i gloriosi e singolari pregi onde va adorna e fastosa. Parvemi che nell’alto sublime suo Legnaggio, nell’ammirabil sua prudenza, ne’ manierosi gentili, ma sempre serj suoi di portamenti, per tacer di tant’altre sue doti quanto propie del nobilissimo suo animo, altrettanto difficili a rinvenirsi unite in una sola persona; arei potuto toccar il segno de’ miei rispettosi desiderj: ma in accingermi a tal opera, con mia confusione mi son accorto e che il Soggetto per troppo somministrarmi onde celebrare il suo Nome, mi rendeva incerto e dubitoso di me stesso, che per avventura non avessi saputo sceglier l’ottimo tra il meglio, e che io non era poi di quelli, che dovessi ardimentoso avvanzarmi a intraprender le laudi di V. E. che mi si fece innanzi agli occhi della mente, con giusto sdegno avvertendomi a tenermi rasente terra, e a cagion del mio scarso talento, a non innalzar lo sguardo al luminoso Sole delle sue virtù. Quindi avendomi un tal timore fatto entrar in me medesimo, risolsi affatto tacere quel che degnamente non arei saputo mai dire: e perciò all’E. V. inchinandomi, come la supplico a voler con quella generosa bontà che l’è propia, perdonarmi, se con folle ardire ho preteso esprimer quel di lei merito, che si tira l’ossequio di chiunque ha la sorte di ammirarlo; così voglia benignamente gradire, che io implori la sua protezione a questo Scenico divertimento; per indi riportarne il vanto d’esser riputato dagli altri, qual con profondissimo inchino mi soscrivo.
 Di V. E.
 Napoli 27. Maggio 1742.
 Umilissimo Servo
 Donato Tiberi.
 
 
 Il Luogo dell’Azione è un amena Campagna molto lungi da Napoli, con vago Casino, e Giardino da un lato; e dall’altro Anticaglie, Fontane, e Alberi.
 Il Tempo è nel principio di Primavera: giorno in cui si finge esser solito da’ Contadini o festeggiar il ritorno di sì lieta Stagione.
 L’Azione Principale è la delusion degli ambiziosi Cintia e Lupino, col conseguimento alle nozze di Silvio.
 
 Protesta.
 Le parole Dei, Fato, Numi, Destino, Adorare, e simili, son pure vivezze di Poesia: non già serj sentimenti dell’animo dell’Autore, che si pregia esser vero e Fedel Cattolico.
 
 Per incentrar maggior brevità nella rappresentazion di questa Favola, è convenuto tralasciar di cantarsi tutti que’ versi, che per esser in parte necessarj alla tessitura di quella; si veggon contrasegnati con due lineette alla margine.
 
 PERSONE
 
 CINTIA che già era Contadina: giovane ambiziosa: ma semplice: Sorella di Lupino.
 La Signora Giovannina Fontani.
 LUPINO Giovin dell’istesso umor di Cintia.
 Il Signor Alessandro Renda.
 DELFINA Cameriera, e direttrice de’ suddetti: Ragazza Cittadina, Scaltra.
 La Signora Zaffirina Anselmi.
 SILVIO Pastore innamorato di Cintia.
 La Signora Gasparina Pallerini.
 LAURINA sua sorella, che s’ama occultamente con Foresto.
 La Signora Maria Teresa Giovannini detta la Lucchesina.
 FORESTO Fattor di campagna, che s’ama occultamente con Laurina.
 La Signora Marianna Anselmi.
 CIACCONE Napoletano, Caprajo di Silvio.
 Il Signor Gioseppe Cocchigliotti.
 
 
 Musica del celebre Signor Don Leonardo Leo Vicemaestro della Real Cappella di Napoli.
 
 Ingegniere, e dipintor della Scena il Signor Paolo Saracino. Napoletano.
 
 
 
 

 

 

Trimestrale elettronico 2016-1

Ultimo aggiornamento: 4 gennaio 2016

 

Valid XHTML 1.0 Transitional