Opera Buffa  Napoli 1797 - 1750
  
  
 L'ambizione delusa, Napoli, A spese di Nicolò de Biaso, 1742
 a cura di Paologiovanni Maione
 
 
 
paratesto ATTO PRIMO ATTO SECONDO ATTO TERZO Apparato
 
 ATTO III
 
 SCENA I
 
 CIACCONE: e DELFINA.
 
 CIACCONE
 Fatessa mia: Nennell’aggrazejata.
 DELFINA
                                                               Voi che volete?
 CINTIA
                                                                                             E tridece!
1035Tu nce ncrine co mmico?
 DELFINA
 Se v’inchino?
 CIACCONE
                            Sì!
 DELFINA
                                    Certo:
 Meschina me! v’inchino, e vi saluto.
 CIACCONE
 Auh! non dico chesto:
 A mme tu mme vuo’ bene?
 DELFINA
                                                    Oh! quest’è altro
1040Che inchino.
 CIACCONE
                           Va decenno: me nne vuoje?
 DELFINA
 Eh! Signor molto molto
 Ve ne vorrei: ma
 CIACCONE
                                  Ch’è sto ma?
 DELFINA
                                                            Non posso.
 CIACCONE
 Pecché non puoje? che pisemo nce truove?
 DELFINA
 Dirò: se voi Voi siete già Barone?
 CIACCONE
1045Matricolato: e comme.
 DELFINA
 E giusto, mio Signor, per tal cagione
 Io d’amarvi m’astengo.
 CIACCONE
                                             ,, E si, nseura,
 ,, Io non fosse Barone?
 DELFINA
 ,, Questo appunto dich’io.
1050,, Quando foste un Par mio;
 ,, Non v’avrei già più scrupolo: che v’amo
 ,, Allora io vi direi con liete voglie:
 ,, E che d’esservi bramo,
 ,, Cioè adir, bramerei, e serva, e moglie.
 CIACCONE
1055(Orzù mo’ n’ammasono
 Tutta la Baronia.)
 Siente Traffina mia: a me Barone
 Me nci hanno fatt’a pompa, pe ntarimmo:
 Io so’ n’alleurecato no sciaddeo:
1060E si non paro tujo; no poco peo.
 DELFINA
 Che? non siete Baron?
 CIACCONE
                                            Manco pe pprossemo.
 Mo’ mme può volè bene senza scrupolo.
 DELFINA
 E chi sei dunque?
 CIACCONE
                                    I’a Nnapole
 Primmo stav’a Patrone con no Miedeco:
1065Mme joquaje po a la guerra; e fuje sborrato
 Vasta: cca ppo arrevato
 DELFINA
 E questa finzione
 Perché la fai?
 CIACCONE
                            Zioè vonno, che la faccio;
 Pe mmennetta, pe cchelleta che saccio.
 DELFINA
1070(Quanto scovrii!)
 CIACCONE
                                   Ncrosione
 
 SCENA II
 
 SILVIO, e detti.
 
 SILVIO
 Ma voi Signor Barone
 CIACCONE
 Aoh gliannola! E sempe
 M’ascio chisto de sbuordo!
 DELFINA
 Ah furfante, briccone: e tanto ardisci! (a Ciaccone.)
1075Così villan mentisci
 Per farla ai miei Padroni! Amico Silvio,
 È un impostor costui;
 Dai stessi labbri suoi scovrii la trame.
 Tutto Lupino, e Cintia
1080Tutto or saprà. T’aggiustereme infame. (entra.)
 
 SCENA III
 
 SILVIO, e CIACCONE.
 
 SILVIO
 Ahimè! qual colpo!
 CIACCONE
                                      No: s’è ppe sta vota
 Nce simmo mpise nzieme!
 SILVIO
 Ecco già dileguata ogni mia speme.
 E tu fosti sì incauto!
 CIACCONE
1085Patro’ arremedeja mo’; non tanta chiacchiare:
 Ca già Traffina me sta lavoranno
 Lo chiappetiello ncoppa.
 SILVIO
 E che far si può mai!
 CIACCONE
 E si no, mo’ mme scorgio,
1090Nnante che se scommoglia a mmenzione,
 E mmoro da Barone a lo mmacaro.
 SILVIO
 Non veggo altro riparo.
 Va in questo istante in casa di Foresto (viene un Maestro di ballo, che va accostandosi a Ciaccone, facendogli sempre riverenze.)
 CIACCONE
 Patro’ chessa mme creo sarrà la primma
1095Cetazejone. (È ceremonejuso.)
 SILVIO
 Egli è ’l Mastro di ballo.
 CIACCONE
 Ed è benuto attiempo
 Propejo: e ssa che festino
 S’allesta sa.
 SILVIO
                        No no andate Lupino
1100Vi avrà forse richiesto!
 CIACCONE
 Schiavo bonnì. (al Maestro.)
 SILVIO
                               Sollecito, ed accorto
 Va in casa di Foresto: (a Ciaccone.)
 Narragli ’l caso: e là m’attendi.
 CIACCONE
                                                          Bravo (al Maestro di ballo.)
 Manco te nne si’ ghiuto! bonnì schiavo
 SILVIO
1105E pur!
 CIACCONE
                Ma chist’è assedejo!
 E bbavattenn’a pesta.
 SILVIO
 Lo lasci andar: Egli or tiene altro in testa.
 CIACCONE
 
    Il cirvello mma fa capotommola:
 Sto ammojenato: no mmao na prubbeca:
1110Sto mperrato cchiù peo de na Vufera:
 E Uscia dalle me sta a nfracetà.
    Nel mio teschio si joqu’a le strommola:
 Non ho senzo: mme sento scommoppito:
 Le scajenze a llancelle m’han chioppito
1115E scompisce, no chiù mme zucà.
    Il Cervello &c. (e parte inseguito dal Maestro di ballo.)
 
 SCENA IV
 
 SILVIO, LAURINA.
 
 SILVIO
 ,, Mi tradisti speranza
 ,, Quando credei vicina
 ,, La mia felicità!
 LAURINA
1120,, Silvio perduti siam. Pur or Delfina
 ,, A Cintia, ed al fratel narrò, che un vile
 ,, Che un ribaldo, è Ciaccone:
 ,, Che gliel fidò lui stesso.
 SILVIO
 ,, Non disse più? Di te! di me!
 LAURINA
                                                         ,, No: solo
1125,, Che lui non è Barone
 ,, L’assicurò: ma tanto
 ,, Tutto ’l nostro disegno
 ,, È a dissipar bastante.
 ,, Io non sarò creduta
1130,, Qual esser fingo; anzi in sospetto entrambi
 ,, Noi cadrem presso lor.
 SILVIO
                                               ,, Dimmi: potesti
 ,, Comprender ciò che mai risolveranno?
 LAURINA
 ,, Han risoluto palesar l’inganno
 ,, Al Podestà. Delfina
1135,, Così l’insinuò, fratello, oh Dio!
 ,, Che fai? che far debb’io?
 SILVIO
 ,, Non ti smarrir. Pronto è il rimedio. Intanto
 ,, Fingi tu che ciò sia
 ,, Da Delfina inventata una bugia.
1140,, Oltraggiata ti chiama
 ,, Di lor vana credenza; e tieni a bada
 ,, Col simulato amor, se puoi, Lupino;
 ,, Ch’io fra pochi momenti
 ,, Spero cambiato il nostro reo Destino.
 LAURINA
1145,, Ma se Ciaccon dirà
 SILVIO
                                         ,, Lungi è Ciaccone
 ,, Per mio consiglio. Or io
 ,, Da Foresto m’invio.
 ,, Se del Baron richiesta sei; dirai,
 ,, Che un Signor Forestier per briev’istanti,
1150,, Seco lo trasse. Addio
 LAURINA
 Senti ancor Silvio mio.
 SILVIO
 ,, Che vuoi Laurina!
 LAURINA
 ,, Io temo
 SILVIO
                     ,, Ti rassicura.
 LAURINA
                                                 ,, Almeno
 ,, Palesami che tenti.
 SILVIO
1155,, Non ti curar saperlo.
 ,, Spera che forse io vado.:
 ,, Oltre indugiar fia rischio.
 LAURINA
 ,, Pensa fratel quanto confusa io resto.
 SILVIO
 ,, Ah! più di te part’io confuso, e mesto!
 LAURINA
1160Ecco Lupin. ([Silvio] parte.)
 
 SCENA V
 
 LUPINO, e LAURINA.
 
 LUPINO
                          Laurina non v’è altronde:
 Così ho di sterminato:
 Da la Giustizieria concaveremone
 Fra in brieve il verisimile appurato.
 LAURINA
 Ma il Baron mio germano
 LUPINO
                                                  Il tuo Germanico
1165S’egli è infinito io t’impatto,
 Che impunito sarà. Già il dado è estratto.
 LAURINA
 E ben: ma sì oltraggiata
 Da te non mi vedrai:
 Se gradissi, crudel, gli affetti miei. (finge piangere.)
 LUPINO
1170Tu compiangi! Laurina imbalsamata
 LAURINA
 Va, va, dal Podestà: va pure: accusa
 Il mio Germano, e me; ciò non m’offende:
 E se pur m’offendesse, io tel perdono
 LUPINO
 Perdono: già, già: or senti Idolo mio
 LAURINA
1175Conoscerai chi sono
 Questi di cui serbi un sì vil sospetto.
 LUPINO
 Aspetto: già, già: Or sentimi
 Idolo mio
 LAURINA
                     Tal passo
 Poco mi cal: solo è mia pena, oh Dei;
1180Che più non seguiran nostr’Imenei.
 LUPINO
 Nei: già, già
 LAURINA
                          In tal maniera
 LUPINO
 Nera: già, già: Idolo mio, vuoi presentirmi!
 LAURINA
 Così cangi desio.
 LUPINO
 Ma sentimi in malora Idolo mio:
1185Io benché ne crepassi
 Trasandar voglio al Podestà: da questo
 Ne intervien: che se lui è qual’io dubbio;
 Non proverrà ingannata mia sorella:
 S’è nobil, come lui ne contradisse;
1190Io farò che Delfina
 Sia causticata come
 Una mensognatrice imposturevole
 Ma tu fai gli occhi a rivoli!
 Deh che quel tuo compianto m’assassina.
1195Spazza le luci Oh ve’ che guai! Laurina?
 LAURINA
 
 Mie belle lagrime
 Se non bastate
 Quel cor sì barbaro
 A impietosir;
1200Le guance tenere
 Non m’irrigate
 E vano è il languir. (entra così piangente.)
 
 SCENA VI
 
 LUPINO, indi SILVIO, e poi CINTIA.
 
 LUPINO
 Io non ve vuo’ far altro,
 Costei m’ha fatto freddo. Uh, uh, che caldo
1205Silvio? il Baron?
 SILVIO
                                 Lo vidi
 Con un Signor qui presso.
 LUPINO
 Già, già, e quella gentaglia. (guardando dentro.)
 SILVIO
 Oh! buon’affronto! olà Cintia? Madama?
 CINTIA
 Che vuoi?
 LUPINO
                      Qui è il Potestà.
 CINTIA
1210Oh ben: se gli predica
 Ogni cosa.
 LUPINO
                      Già già.
 Abbracciar gli vorrei prima una mano.
 
 SCENA VII
 
 CINTIA, LUPINO, e SILVIO: CIACCONE travestito, ed in abito da Podestà con un finto Mastrodatti.
 
 CIACCONE
 Io creo ca paro justo
 Lo vero Chiaravallo de Milano.
 LUPINO
1215Mio Padrone e lustrissimo.
 CINTIA
 Signor Don Podestà.
 CIACCONE
                                        Schiav’umilissimo.
 SILVIO
 Questi voglion giustizia.
 LUPINO
 Sì sì: giustiziateci Signore.
 CIACCONE
 Sarrete consolate.
 SILVIO
1220Eh sedie.
 LUPINO
                     Sedie.
 LUPINO - CINTIA
                                   Olà.
 LUPINO
                                              Or risappiate
 CINTIA
 Consentite me pria (Ciaccone siede.)
 LUPINO
 Qui mi sovvenne a chiedere
 CINTIA
 Qui a chiedere intervenne
 LUPINO
                                                   Il suo sponsale
 CINTIA
 I responsali miei
 CIACCONE
1225Chia’: che mmalor’avite! Unus post alius.
 Facci carte pria lei! (a Cintia.)
 
 SCENA VIII
 
 DELFINA, e i suddetti.
 
 DELFINA
 (E il Podestà!) a vostri piè Illustrissimo.
 CIACCONE
 Oh! ve nci voglio: venga.
 S’assenti cqua. (a Delfina volendo che segga al suo lato.)
 SILVIO
                               Oibò.
 CIACCONE
                                            Lei se l’allippi: (a Silvio.)
1230Se cqui no nci hai che fa.
 SILVIO
                                                Signor: io
 CIACCONE
 Sbignatella!
 LUPINO
                         Via vanne.
 CINTIA
                                               Vanne via.
 SILVIO
 Ecco: ubbidisco. (Oh mia perversa stella!) (si ritira.)
 CIACCONE
 Nntrattienete da lloco. (verso Silvio.)
 Tu zzezza ccane e azzeccate no poco. (Delfina siede.)
1235Su: annate spapuranno. (a Lupino e a Cintia.)
 LUPINO
                                               Qui raggiunto
 Il Sior Baron Birbante;
 M’ha inchiesto per sua sposa
 Il mia sorella.
 DELFINA
                            La Madamerina.
 CIACCONE
 Chi è ssa Maddammarroina?
 CINTIA
                                                        Son io.
 CIACCONE
1240Va ben: Benissimo secoteate.
 LUPINO
 Io ci son controsceso.
 CIACCONE
 E lei?
 CINTIA
              Io puramente.
 CIACCONE
 Va ben: perzequitate.
 LUPINO
 Or con saputo abbiamo (Delfina s’alza.)
 CIACCONE
1245Statt’addo’ vaje: assettate no assettate.
 LUPINO
 Olà risiedi omai.
 CINTIA
 Rassettati suvia.
 DELFINA
 Giacché così imponete,
 Ecco Illustrissimo. (fa un inchino, e torna a sedere.)
 CIACCONE
                                      E accossì: dicete.
 LUPINO
1250Or tra sentito abbiam, ch’egli è un furbaccio
 CINTIA
 Un mentitrice, un arciribaldone.
 CIACCONE
 Chi mo’? lo si Barone?
 LUPINO - CINTIA
                                            Il Sior Barone.
 LUPINO
 E imperciò io volei
 CIACCONE
 Zi’ Zittus: posciacché
1255Sgarriato avete i mesi ambedue tre.
 Il Baron del Brigante, il quale ha justo
 La mia statura auto, e compresso
 LUPINO
                                                              Appunto:
 De la vostra struttura.
 CIACCONE
 Arrevato da Napole!
 CINTIA
1260Corrivato da Napoli.
 CIACCONE
 Co Llaurina la sore!
 LUPINO
 La suora: già, già.
 CIACCONE
                                   E voi oh terribilio!
 Cossì lo screditate! Quillo llane
 Eje il Signor Doncherchen del Brigante
1265Reale e parzonale:
 ,, Mio parente, e Patrone:
 ,, Benabbia na femmana!
 ,, Cossì voi screditate il Si Barone!
 LUPINO
 Ma a noi, Signor Delfina ne ha scoperto.
 CIACCONE
1270Sta Darfina chi è? commo se chiamma?
 DELFINA
 Lustrissimo son’io la Delfinuccia. (se gli inchina.)
 CIACCONE
 Sì eh!
 LUPINO
               Costei
 CIACCONE
                             Ammafari.
 Non mi spiacete certo: (rimirando cogli occhiali Delfina.)
 E bene: a cquisse voi
1275Che bella cosa gli avete scopero:
 Vaja scopritemella a mme porzì.
 DELFINA
 Da lui stesso ho saputo accortamente,
 Ch’ei non era Baron, qual si fingea,
 Per accoccarla ai miei Padron: ma un vile
1280Un misero Caprajo.
 CIACCONE
 Mi scusi Ussignoria, ca parla spajo.
 Il Si Barone è tal: reccone: nobbele:
 Figlio di Galantuomini.
 Inteso poi di lettere,
1285Meglio d’un Asin di Gragnano: io ’l saccio:
 Mìè quel che mm’è: scherzato avrà co llei.
 DELFINA
 Be’: mi rimetto.
 CIACCONE
                                 E ssine: arremettetevi.
 CINTIA
 Che ascolteggio!
 LUPINO
                                 Che assento!
 CINTIA
                                                           Dunque io ’l rivoglio.
 LUPINO
 Ed io ne son contento.
 CIACCONE
1290E a tale accochiamento
 Da adesso c’imprest’io
 Totus l’assenzio mio tonno di palla.
 LUPINO
 Palla già, già: mi spiace,
 Ch’or qui il Baron non v’è.
 CIACCONE
1295L’ho bisto ì trascorrendo a spall’a spalla,
 Co n’ato Caaliero amico mio.
 Ora mente che io
 Non pozzo ntrattenerme cqui; vorrei,
 Che per parte di quel, ch’è mio Patrone,
1300Che vi stima, che v’ama,
 E che sposarvi brama;
 Or projessivo il mano a Sirvio Sirvio (s’alza: e seco Delfina.)
 Sio Masto d’A’? mme quatra: sì: te vaje
 Remescanno tu puro Abbreveja Arrassate;
1305O te nfrasco no paccaro. (al Masto d’atti che s’era posto a favellar domesticamente con Delfina.)
 LUPINO
 Fallo, fallo sorella. (a Cintia.)
 CINTIA
                                    Ecco: io lo saccio.
 Delfina, tu che dici? io stendo il braccio!
 CIACCONE
 E c’ha da di’: ll’agg’io da di’ po a essa.
 SILVIO
 Ecco.
 CIACCONE
             Priest’a la mpressa.
 SILVIO
1310Acconsentir ti lece.
 CINTIA
 Ecco la man. (s’impalmano.)
 CIACCONE
                           So’ cinco, e cinc’a dece.
 Orzus
 
 SCENA IX
 
 LAURINA frettolosa dal Giardino; e detti.
 
 LAURINA
               Cintia Lupino:
 Io da mezzo ’l Giardino intesi, e vidi
 Rumori, e fiamme al vostro appartamento.
1315Se tardate un momento
 S’avanzerà il periglio. (Si veggon fiamme su un appartamento.)
 CINTIA
                                           Oimé che fia!
 LUPINO
 Ricorriam su.
 CIACCONE
                            Fuoco llà ncoppa!
 DELFINA
                                                              Ajuto.
 Sior Potestà illustrissimo.
 CINTIA
                                                 Ajutate.
 CIACCONE
 Ah figlie care voi pigliate sbario:
1320Del fuoco non è stato
 Il Tribbonale mio
 Né Deleato mai, né Commessario.
 LUPINO
 Presto.
 CIACCONE
                A la Conciaria s’ha da ricorrere.
 LUPINO
 Correre già già: a noi.
 LAURINA
1325Gite su: non s’indugi.
 SILVIO
 Io vengo.
 CINTIA
                    Io pure.
 DELFINA
                                     Ed io!
 CIACCONE
 E io porzì me nne vao.
 LUPINO
 Che foco!
 CINTIA
                     Che ruina!
 CIACCONE
 Provate d’astutarlo co Laurina. (Cintia Lupino e Silvio entrano in Casa: Delfina Ciaccone e ’l finto mastro d’atti per via.)
 
 SCENA X
 
 LAURINA: poi FORESTO.
 
 LAURINA
1330Stelle! quanti accidenti!
 Quanti dubbiosi eventi io sventurata
 Debbo soffrir!
 FORESTO
                             Mia bella luce amata
 Di che ti lagni mai?
 Dal nuovo inganno sai
1335Che avvenne a nostro pro?
 LAURINA
                                                   Nulla m’è noto.
 FORESTO
 Ma perché sì smarrita,
 Che ti turba mia vita?
 LAURINA
 Poc’anzi dal Giardino
 Vidi su quelle Stanze acceso il foco:
1340Indi a Cintia e Lupino
 L’avviso ne recai: Silvio con essi
 Accorso è pure a ripararne il danno:
 E intanto io qui soletta (intanto va mancando l’incendio.)
 Del dispietato Amore
1345Rammentavo dolente il rio tenore.
 FORESTO
 Vaga pupilla arciera
 Bell’alma mia non affannarti, e spera.
 ,, Fra poch’istanti il tuo il mio tormento
 ,, Termine avrà con un bramato evento.
 LAURINA
1350,, Veggo mancar le fiamme.
 FORESTO
                                                    ,, Io quindi intorno
 ,, Cauto m’aggiro intanto.
 ,, Ritirati Laurina.
 LAURINA
 ,, Deh placati una volta
 ,, Sorte troppo severa.
 FORESTO
1355,, Bell’Alma mia non affannarti e spera.
 LAURINA
 
    Ch’io speri? ah! finora
 Pur sempre sperai;
 Né mai suo rigore
 Sue barbare tempre,
1360A pro del mio core
 La Sorte cangiò.
    A ogni Anima amante
 Sebben sia costante,
 Soffrir se conviene
1365Tai smanie, tai pene;
 È folle chi amore
 Diletto chiamò.
    Ch’io speri &c. (entra dal Giardino.)
 
 SCENA XI
 
 FORESTO: CINTIA, e LUPINO.
 
 LUPINO
 L’abbiamo riscampata per un pelo.
 CINTIA
1370Siam redivivi, e ancor nol credo. Il Cielo
 N’ha fatto risaltar certo un gran fosso.
 LUPINO
 Io cospirar non posso!
 Tanto è ’l timor de la paura.
 FORESTO
                                                     Amico,
 Ti veggo impallidito!
 CINTIA
1375Abbiam goduto guai alla ricolma.
 FORESTO
 Come?
 LUPINO
                 I nostri conservi
 Medesimi, ci avevano
 Infocata un istanza.
 Col pensier ladronesco
 CINTIA
1380Di trasfugarci ’l meglio.
 LUPINO
 Giusto, di strafogarci
 Alla peggio.
 FORESTO
                         E voi?
 CINTIA
                                       Noi vi concorremmo
 LUPINO
 E lor con armi armate
 Ad ambo già ne distogliean la vita.
 CINTIA
1385Silvio con Alma ardita impugnalato
 Un ferro loro istesso uh! inconclusiva
 Salvonne; e dissipò lo stuol condegno.
 FORESTO
 Oh forte core! oh perfido disegno!
 LUPINO
 Ma Silvio ov’è arrestato!
 CINTIA
1390Ecco, ecco Silvio.
 LUPINO
 Amico mio odorato!
 FORESTO
 Ferito sei!
 LUPINO
                      È ver, parmi infierito.
 
 SCENA XII
 
 SILVIO ferito nel sinistro braccio; con ispada in mano e detti.
 
 SILVIO
 Un traditore, a cui
 Guadagnai quest’acciaro!
1395Lievemente mi punse.
 LUPINO
 Già, già: chiamar faremo un metafisico
 Perché insano ti renda:
 O un proto medicato
 Nell’uno, e l’altro sesso indottorato.
 SILVIO
1400No, no.
 CINTIA
                 Perché? che mai vorresti? Parla.
 LUPINO
 Già, già: parla. Lo sai,
 A te noi siamo indebitati assai.
 CINTIA
 Per te ho addosso questa vita.
 LUPINO
                                                        E anch’io.
 SILVIO
 Ah Cintia, Idolo mio:
1405Se merta premio alcun l’averti amata
 Con tanta fedeltà: l’aver salvata,
 A costo della mia, d’ambo la vita;
 La tua destra gradita a me consenti;
 Accoglimi tuo sposo. Il grande affetto,
1410L’ardir di questo petto, e la mia fede,
 O mai meriterà questa mercede.
 FORESTO
 Così giusto favore
 Al lor liberatore,
 Come niegar potrà coppia sì degna!
 SILVIO
1415Oggi o sì bella sorte, (s’inginocchia.)
 O per pietà chieggo da voi la morte.
 FORESTO
 Sorgi Silvio.
 LUPINO
                          Risorgi.
 FORESTO
 Cintia, e Lupin son nobili, e Signori:
 E da Signori nobili opreranno.
1420Tua sarà Cintia. Un atto illustre tanto
 Degno è di lor: degno è di te. Qual vanto,
 Qual lode acquisteran! Dirà ciascuno,
 Che la lor gratitudine fu eguale
 Al gran cuor, c’hanno in petto;
1425Come il tuo fu maggior di ogn’altro affetto.
 CINTIA
 Egli ha qualche ragione:
 Ma il Messer Potestà!
 LUPINO
 Già, già: e il Sior Barone.
 CINTIA
 Che dirà?
 LUPINO
                      Che farà!
 SILVIO
1430Di lor condescendenza io v’assicuro.
 FORESTO
 Anzi che lor ne goderan, vi giuro.
 LUPINO
 Madama!
 CINTIA
                     Signorino!
 FORESTO
                                           È questo il punto
 Da dimostrar quai siete.
 LUPINO
 Oh via quand’è così viva la Grassa
1435Io mi vi disadatto, e v’inconsento.
 FORESTO
 Anzi in questo momento
 Si dichiari per vostro
 Consanguineo, e congionto.
 LUPINO
 Già, già: Sorella? a noi: che sia chiarito
1440Per nostro ricongionto,
 E consanguino lente.
 Però col gusto del Baron.
 SILVIO
                                               S’intende.
 FORESTO
 Consolato son’io.
 SILVIO
 Bella non più rigori. (prende la destra di Cintia.)
1445Or più lieto è il cor mio di tutti i cuori.
 FORESTO
 Viva viva Lupino.
 LUPINO
 Che Diavol dici! Viva il Signorino.
 
    Sì per voi d’Amor la stella
 Lieta, e bella o mai risplenda;
1450E prometta amata calma
 Ad un Alma sì fedel.
    Di quel cor, che sì ben ama
 Gentil brama affin, v’accenda:
 Più non miri a suoi martiri
1455Crudo il Fato, irato il Ciel.
    Sì per voi &c. (parte.)
 
 SCENA XIII
 
 CINTIA, SILVIO, LUPINO.
 
 LUPINO
 Cred’io che il Potestà
 Se n’abbia trapassato alla Città.
 Orsù l’ora è ritarda,
1460Qui che si fa.
 SILVIO
                           Del mio fedele affetto
 Grazie a te rendo oh pio
 Consolator.
 LUPINO
                        Già, già:
 Quel c’ho fatto, sia detto:
 Basta a me che la Suora
1465Del Baron sia mia moglie;
 E sazie son le mie Scomposte voglie.
 
    Or voi saper volete
 Com’è il mio cor? dirò:
 Io me lo sento in petto
1470Qual Toro istizzonato
 No no: qual agnelletto
 Nemmen son già imbrogliato:
 Per me non so a qual bestia
 Riassomigliarlo mai!
1475Ahi quante me ne fai
 Vil fantolino Amor!
    Non ho più pace addosso:
 Non posso più, Credetemi:
 All’ultimo dell’ultimo
1480Son Signorino ancor.
    Or voi &c. (entra.)
 
 SCENA XIV
 
 CINTIA, e SILVIO.
 
 CINTIA
 Fortunaccia ribalda:
 Fatta me l’hai! Sperai da condadina
 Divenir Contessina
1485Almanco; e or sventurata
 Ad un Pastor mi troverò ammogliata.
 SILVIO
 Mia bellissima Cintia,
 Idolo del mio seno
 Della vaga tua fronte il bel sereno,
1490Perché turbato io miro!
 S’è solo il tuo martiro
 Il renderti mia Sposa; al tuo contento
 Sagrificar la pena mia consento.
 CINTIA
 Ma Silvio, che più vuoi!
1495Sei già mio Conjugato:
 Tocca a te star contento, e consolato.
 SILVIO
 Ma senza il tuo piacere,
 Silvio, dolce amor mio, non sa godere.
 CINTIA
 
    Per te mi sento in petto
1500Destar l’antico affetto,
 Che sospirar mi fa.
 
 SILVIO
 
    Cara, del mio dolore,
 Se non ti punge amore,
 Tu muova almen pietà.
 
 CINTIA
 
1505Spera che il cor
 
 SILVIO
 
                               Favella.
 
 CINTIA
 
 Più non vvo’ dir.
 
 SILVIO
 
                                 Ben mio,
 Coi labri tuoi vivaci
 Spiegami almen
 
 CINTIA
 
                                 Deh taci.
 
 SILVIO
 
    Ah! perché nacqui oh Dio
 
 CINTIA
 
1510Perché nascesti oh Dio
 
 A DUE
 
 Un misero Pastor!
 
 CINTIA
 
 In me già a ppoco a ppoco
 Si sveglia il primo ardor.
 
 SILVIO
 
 Ah tu riaccendi ’l foco
1515Nel suo bel seno Amor.
 
 CINTIA
 
    Per &c. (entrano.)
 
 SCENA XV
 
 DELFINA, e CIACCONE ancor da Potestà.
 
 DELFINA
 Orsù sior Potestà io mi v’inchino
 CIACCONE
 Aspe’: aspettatur. Sienteme un pochino.
 DELFINA
 Comandate Illustrissimo.
 CIACCONE
1520(Chesta co sso llostrissimo
 Me ncappa cchiù cche maje!)
 DELFINA
 Ma che vi par! Delfina vostra sposa!
 CIACCONE
 Ah! sposa. (passeggiando.)
 DELFINA
                       Burlate! Io
 CIACCONE
                                             Ah! Io.
 DELFINA
 Dico Llustrissimo
 CIACCONE
                                   Ah! Illustrissimo.
 DELFINA
1525Ma sentite: tai nozze
 CIACCONE
                                         Ah! nozzole.
 DELFINA
 Ma uditemi v’ho detto.
 Sol per mercé d’affetto
 Sarebbero tai nozze di giustizia.
 CIACCONE
 E be’: io so’ Ghiodece
1530Voglio fa ssa jostizia. A nnoi: nubatur.
 Pruoje ssa sguancella cca.
 DELFINA
                                                 Ma riflettere
 Ve che pentir poi non ve ne dovrete.
 CIACCONE
 Che bbuo’ pentì na cufece! Mannaggia
 Chi se nna pentarrà.
 DELFINA
                                        Dunque son vostra.
 CIACCONE
1535E io porzì il tuo, mio sole in quintadecima
 Chi sa che nne derrà lo signorino
 E la
 DELFINA
           La Madamuccia.
 CIACCONE
 Sì: la Maddammaciuccia chessa, chessa!
 DELFINA
 Eh ch’io son la Padrona di me stessa.
1540Facciam lo sposalizio,
 Ch’eglino poi ’l sapranno, e ciò è soverchio.
 CIACCONE
 È soperchio. Tu dice
 Sopierchio boono: e si isse niente niente
 Nci attraversano; i’ a bista
1545Le stampo brevi mano sto decreto:
 Item totos duo bus
 Dintus cacazecchines inforchieto.
 DELFINA
 Va ben.
 CIACCONE
                  Va bene? e a nnoi donca! Exequatur. (si dan la destra.)
 DELFINA
 Sì siete mio, lustrissimo.
 CIACCONE
1550Ah! Traffi! leva rimmo a sso llostrissimo;
 Ca sempre che lo ddice,
 Cqui pognere mme sento.
 DELFINA
 E io sempre che vi guardo
 CIACCONE
 Sì!
 DELFINA
         Amor
 CIACCONE
                      Non secotie!
 DELFINA
1555Nol voglio dir.
 CIACCONE
                             No: dillo.
 DELFINA
                                                Oibò
 CIACCONE
                                                            Dicatur;
 Alias compellatur.
 DELFINA
                                    Or vel dirò, via.
 CIACCONE
 Ch’è: t’ha fatto specia
 Lo compello compella!
 DELFINA
 Poi venite su meco?
 CIACCONE
1560Venarrò Gioja bella: or va dicenno:
 Sempre che m’arriguardi,
 Che ti senti? spapura e ancor ritardi.
 DELFINA
 
    Sempe, ch’io miro
 Quel bel visetto;
1565Di botto Amore
 Dentro ’l mio petto
 Sen corre il core
 A pizzicar,
 Scusi llustrissimo
1570La confidenza:
 Ve, co llicenza,
 Giusto così (lo pizzica nel braccio.)
    La vostra immagine
 Tradotta in piccolo
1575Amore istesso
 M’ha impresso qui. (addita ’l petto.)
    Sempre &c. (entra.)
 
 SCENA XVI
 
 CIACCONE.
 
 CIACCONE
 Vuo’ sta comm’a li sciure.
 Mmalosca? E co lo giusto
1580Così, e guisto così,
 Vi’ quanto me l’ha fatto fa sto vraccio!
 Ma Sirvio non se vede; io vorria primmo
 No: facimm’accossì via su saglimmo. (entra.)
 
 SCENA XVII
 
 LUPINO, SILVIO, indi LAURINA; poi FORESTO da parte.
 
 LUPINO
 Tu hai fatto con trovarmi
1585Entro d’un labrotinto.
 SILVIO
 Ora è mia sposa già Cintia la bella.
 LUPINO
 E io pur mi vuo’ sposar la tua sorella.
 SILVIO
 Laurina!
 LUPINO
                    Mia specifica
 Barona in apparenza,
1590Poich’è schiarito ogni attentato imbroglio
 Del finto pria Baron, poi Potestà;
 Pure imprender ti voglio:
 Quello che t’ama è qua:
 Spiccagli omai la man. (Stende la destra a Laurina.)
 LAURINA
                                             Pronta son’io:
1595Ecco caro Foresto
 FORESTO
                                   Idolo mio. (si fa avanti, e stringe la destra a Laurina.)
 LUPINO
 Ch’altro ingarbuglio è questo!
 FORESTO
 Si Lupin, ne perdona, è mia Laurina.
 LAURINA
 Insiem sempre n’amammo
 FORESTO
 Fede ancor ne giurammo.
 LAURINA
1600Sciorre un nodo sì cara
 A te non è concesso.
 LUPINO
 Ch’altro boccone amaro!
 Silvio? Laurina? oh quest’è troppo adesso.
 SILVIO
 Lupino il loro affetto
1605Ora ho scoverto anch’io (Con mio diletto.) (a Foresto.)
 LUPINO
 Che ci hò a far: Compiacenza. Ora su
 Mi sposerò la Cammeriera mia. (via.)
 
 SCENA ULTIMA
 
 DELFINA, con CIACCON per mano, e gli anzidetti.
 
 DELFINA
 Signori a ognun sia noto: il Potestà
 È sposo mio; ed io sua sposa già.
 LUPINO
1610Sì il Potestà. Data ci sei tu ancora:
 Dunque è commune il tribolo.
 CIACCONE
 È trivolo commune è mmiezo nguadio.
 LUPINO
 Questi è il finto Baron nostro Caprajo.
 SILVIO
 Egli è ’l Caprajo mio sì travvisato.
 LUPINO
1615Stravisato già, già.
 DELFINA
                                     Che dite mai!
 CINTIA
 Detto han la verità.
 DELFINA
 Davver tu sei Caprajo. (a Ciaccone.)
 CIACCONE
                                             Visa facie (Si toglie le basette dal mento, e si dà a conoscere.)
 Connannetur.
 DELFINA
                             Oh misera Delfina!
 Ah indegno
 CIACCONE
                         Chia’: tenitela tenetur.
 LUPINO
1620Ci siam tutti accaduti in questa rete.
 CINTIA
 Cos’è? più non lo vuoi? (a Delfina.)
 DELFINA
 Meglio è lui, che nessuno a la fin poi.
 SILVIO
 Cintia mia.
 CINTIA
                        Silvio caro.
 FORESTO
 Su presto salga ognun sulla ringhiera,
1625Che passa il carro già di Primavera.
 CINTIA
 Andiamo ad ammirarlo: presto, presto.
 LUPINO
 Ogn’uno ha qualche moglie: io solo
 Disammogliato, e afflitto resto.
 CIACCONE
 Tu non mmolive sorema? e sta Zitto,
1630Ca te ll’aggio portata.
 Eccola llà (comparisce una Donna di mostruosa figura additata da Ciaccone.)
 LUPINO
                    Oh che smorfia indiavolata.
 CINTIA - SILVIO - LAURINA - FORESTO
 
 Alfin per te ben mio
 Felice in sento Cor.
 
 DELFINA - CIACCONE
 
 Alfin pur questo seno
1635Pieno è per te d’amor.
 
 LUPINO
 
 Già già: solingo io poi
 Con voi non godo ancor.
 
 
 Nel Prim’Atto Scena XI in vece dell’aria che dice Speme, e timore &c. LAURINA canterà la Seguente.
 
    Temo fra dubbj miei:
 Pavento, oh Dei! Sospiro:
 Quando i tuoi rai rimiro.
 Mi Sento palpitar.
    Nasconder lo vorrei:
 Ma il duolo, il mio timore
 Né di celare ho core
 Né core ho di Spiegar.
    Temo &c.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

Trimestrale elettronico 2016-1

Ultimo aggiornamento: 4 gennaio 2016

 

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