Opera Buffa  Napoli 1797 - 1750
  
  
 La Faustina, Napoli, Per Langiano e Vivenzio, 1747
 a cura di Paologiovanni Maione
 
 
 
paratesto ATTO PRIMO ATTO SECONDO ATTO TERZO Apparato
 
 ATTO TERZO
 
 SCENA PRIMA
 
 FAUSTINA, CIANNELLA, e LAURETTA.
 
 FAUSTINA
 Se tu non mi soccorri in sì grand’uopo
 Cara Ciannella io son perduta: Il Padre
1460Ed il german di morte
 Minacciano di darmi
 L’ultima pena, perché amante fida
 Sono del mio Rinieri.
 LAURETTA
                                          Tu che tanto
 Dominio ai su Fonzo,
1465Placarlo puoi.
 CIANNELLA
                            Che dice?
 Cca mmiezo nce aggio fatto
 Mo’ nnante a costiune, e no nce parlo.
 FAUSTINA
 Oimé!
 LAURETTA
                Qual’altro danno!
 CIANNELLA
 Ma non pecchesto voglio,
1470Che t’abelisce, io stongo
 Cca pe tte. Pe sta sera
 Tu aje d’avè Reniero.
 FAUSTINA
                                          Ah! qual promessa!
 Scusami, non ti credo.
 LAURETTA
 E anch’io per me ne dubito.
 CIANNELLA
1475Decite chesto, ca non canoscite
 Buono, chi è Cianna: io saccio quanno
 Acconciare quatt’ova a no piatto.
 FAUSTINA
 E che farai?
 LAURETTA
                         Favella.
 CIANNELLA
 Avite da sapere
1480Ca Fonzo m’ha mprommisso
 Pigliarme pe mogliere, e mo’ lo vedo
 Ca penza ad autro; or io songo mpegnata
 De farme, anche le pesa,
 Attennere sta sera la parola.
 FAUSTINA
1485Che importa ciò coi fatti nostri!
 CIANNELLA
                                                            E siente:
 Io pe sta cosa avea
 Pensato travestireme
 Oje coll’accasione
 Ch’è Carnevale, e se fanno le mascare,
1490Da milordo Franzese:
 Da Spagnoletta travestire Ambruoso,
 E chillo Volantiello de Riniero
 Da cammarera, e con a mmenzione
 De fa na mascarata
1495Voglio ncappare Pateto a lo bisco,
 De muodo, e de manera,
 Ch’o vo’, o non vole, s’ha da contentare
 De fa nzò che boglio io.
 FAUSTINA
 Ma come? io non intendo!
 CIANNELLA
1500Lo ntennarraje, quanno sarrà socciesso.
 LAURETTA
 Ma da Franzese come parlerai,
 Essendo tu Villana?
 CIANNELLA
 Vi’ quanta sfazione
 Che buoje? aje da sapere
1505Ca quann’era guagliona
 Songo stata a patrona
 Cchiù dde tre anne con a scuffiara
 Franzese, chesta aveva lo marito
 Che pure era Monsù: io lo senteva
1510Parlare, e mme mparaje.
 LAURETTA
 Che spirito!
 CIANNELLA
                         Ora tu va saglietenne
 Ncoppa a la casa, ca non passa n’ora,
 E te faccio a bedè che fa sto fusto.
 FAUSTINA
 In te affidata tutta speme io parto. (entra.)
 CIANNELLA
1515Tu, Lauretta, va stiennete
 Nzi’ a lloco bascio, e aspetta
 Ziema, c’ha da portà li tre bestite,
 Ch’aggio mannato ad affittare a Napole:
 Tutte doje jatevenne
1520Ncoppa la casa soja: addo’ mm’aspiette,
 Ca tu porzì mme sierve pe sta mbroglia.
 LAURETTA
 Vado a far quanto dici: ora conosco,
 Che sei maestra in queste cose, ed ai
 Spirto superiore
1525Vieppiù d’ogn’altra nel mestier d’Amore.
 
    Troppo vivace sei,
 Accorta, e spiritosa;
 E leggo in quel sorriso
 Un certo non so che.
1530Tu sei maliziosa,
 Ma asconder non mi puoi,
 Che molti a giorni tuoi,
 Ai fatto sospirar.
    Mi vo addestrando anch’io
1535Usar l’ingegno mio,
 Ma non mi han dato i Dei
 Spirito eguale a te.
 Basta: per il mio viso
 Sebben non tanto adorno
1540Hò anch’io qualch’uno intorno
 Che stassi a martellar.
 
 SCENA II
 
 CIANNELLA, e poi AMBRUOSO, contrastando con NICOLINO.
 
 CIANNELLA
 Chesta mme va caccianno essa porzine
 La capo da lo sacco: or’io mo’ voglio
 Ire a trovare Ambruoso, e Nicolino
1545Pe consertarle, e portarle a bestire
 Addo’ zia Popa. Serrammo la casa. (sale.)
 AMBRUOSO
 Vommeca li zecchine.
 NICOLINO
                                          Staje mbreaco.
 AMBRUOSO
 Ched’è? perché non troppo
 Renne fuorze lo ffa lo rucco rucco
1550Mo’ te si’ dato a fa lo calatore.
 NICOLINO
 Attienne a ghì facenno lo boffone,
 E non ghire tentanno la cecala.
 AMBRUOSO
 Figlio, lo ggrano d’india vace caro,
 E so’ fallute li portapollaste.
 NICOLINO
1555Va miettete pe mmosta a na Taverna,
 Ca schitto a cchesto può servire.
 AMBRUOSO
                                                            Tengo
 Buono Patrone.
 NICOLINO
                               Ed io
 Tengo buono Patrone, e meglio mano.
 AMBRUOSO
 Che sanno ì de grancio.
 NICOLINO
1560Ngalera tu staje buono.
 AMBRUOSO
 E tu a lo tarcenale.
 NICOLINO
 Si’ auto che marmotta?
 AMBRUOSO
                                             E tu si’ autro,
 Che no pideto mbraca.
 NICOLINO
 Bello mostaccio!
 AMBRUOSO
                                 Avascia
1565Le mmano.
 NICOLINO
                        Io mme chiammo
 Cola Niespolo.
 AMBRUOSO
                             Ed io Ambruoso Cotugno.
 NICOLINO
 E saje comme so’ aciervo?
 AMBRUOSO
 E saje comme so’ puonteco?
 NICOLINO
 Lo buo’ provà?
 AMBRUOSO
                              Lo buo’ vedere mone.
 NICOLINO
1570A nuje.
 AMBRUOSO
                 Mo’ mme lo magno co no muorzo.
 NICOLINO
 Sì ca sarrà qua strunzo.
 AMBRUOSO
                                             Co na lellara
 Te faccio ì la capo into a lo stommaco.
 NICOLINO
 Muovete mo’? ca con a capozzata
 Te voglio fa zompà tutte li diente.
 AMBRUOSO
1575Vi’ che zembrillo?
 NICOLINO
                                    Non fa l’ancarella.
 AMBRUOSO
 Oh cancaro! tu muzzeche?
 
 SCENA III
 
 CIANNELLA, che discende per la scalea, e detti.
 
 CIANNELLA
 E llà, ched’è ssa joja!
 AMBRUOSO
 Levate Cianna, lassamillo propio
 Scommà de sanco.
 NICOLINO
                                     Arrassate, Ciannella
1580Ca mo’ le voglio fa no vico nfronte. (in atto di volerli tirare un sasso.)
 AMBRUOSO
 Tiene le mmano a ttene.
 CIANNELLA
 La fenite, o nce chiammo
 Li sbirre?
 AMBRUOSO
                      Ma si chillo
 NICOLINO
                                             Ma si chisso
 CIANNELLA
 Ch’è stato?
 NICOLINO
                        Vo’ di’, ch’io ll’aggio arrobato
1585Duje zecchine.
 AMBRUOSO
                              E non è la veretate?
 NICOLINO
 Lo siente?
 CIANNELLA
                      Zitto Ambruoso
 Ca chisto peccerillo n’è dde chesto.
 Si vuje volite fare
 Na cosa, ch’io ve dico,
1590Ve voglio fa abbuscare
 Autro, che dduje zecchine?
 AMBRUOSO
 E che s’ave da fa?
 NICOLINO
                                   Va spapuranno.
 CIANNELLA
 Tu saje arremmediare (ad Ambruoso.)
 Doje parole Spagnole?
 AMBRUOSO
1595Sì, ca nce vorrà tanto! Adios amigo,
 Alma de mis entranas.
 Ico palaura e ba scorrenno.
 CIANNELLA
                                                    Buono,
 E tu saje di’ quatto parole ntosco? (a Nicolino.)
 NICOLINO
 Tu mi rimiri, io ti rimpappo, oh, ohi.
1600Da Monterupol si vede Gapraja.
 Oh, ohi. Va buono?
 CIANNELLA
                                      Bravo.
 AMBRUOSO
 Ma perché serve?
 NICOLINO
                                   Che bo’ di’ ssa vernia?
 CIANNELLA
 S’ave da fa na burla a lo si Fonzo.
 AMBRUOSO
 Ed è?
 CIANNELLA
              Mo’ ve lo ddico pe la via
1605Si lo bolite fa?
 AMBRUOSO
                             Jammo
 NICOLINO
                                              So’ llesto. (partono uniti tutti tre.)
 
 SCENA IV
 
 ODOARDO, e poi ROSALBA.
 
 ODOARDO
 Ch’io comparisca con tal macchia in fronte,
 Non fia mai vero: ad ambi
 Farò costar la vita,
 Se il solito valor non mi vien meno.
1610E quantunque Rinieri
 Potria restituirmi
 L’onor, col dar la destra a mia sorella,
 Pur l’offesa è seguita, e il tolerarla
 Può sospettarsi di viltade effetto.
1615Dunque più non s’indugj. È questa l’ora
 Del duello appuntato.
 Vado.
 ROSALBA
              Ti arresta, ingrato.
 ODOARDO
 (Rosalba, che farò!)
 ROSALBA
 Non rispondi? in tal modo
1620Son trattata da te, perfido amante?
 ODOARDO
 Perdonami, Rosalba,
 Più non son quel di pria.
 ROSALBA
                                                Mi sdegni, dunque?
 ODOARDO
 Anzi ti adoro piucche mai! Gli accenti
 Che pocanzi adirato
1625Contro te proferj furono effetto
 Di geloso sospetto;
 Ma scorta la tua fede
 Dell’offesa, il mio cor perdon ti chiede.
 ROSALBA
 Bene; e perché dicesti
1630Che quel di pria non sei.
 ODOARDO
 Perché mi veggo privo
 Di ciocche possa rendermi capace
 Dell’amor tuo.
 ROSALBA
                             E la cagion?
 ODOARDO
                                                     Son’io
 Macchiato nell’onore.
 ROSALBA
1635Chi ti offese?
 ODOARDO
                            Un malnato gentiluomo
 Lascia, ch’io vada a terger nel suo sangue
 L’offesa, e poi più degno
 Di te, mio ben, sarò.
 ROSALBA
 Deliri.
 ODOARDO
                Ma di sdegno: Io vo’.
 ROSALBA
                                                        Ti ferma.
1640Io ti darò l’onore, essendo tua.
 ODOARDO
 Incapace ne sono,
 Finché vivo aggravato.
 ROSALBA
 Questo è molto dispreggio.
 ODOARDO
                                                   Anzi finezza.
 ROSALBA
 Che vuoi far?
 ODOARDO
                            Vendicarmi, e poi servirti.
 ROSALBA
1645Dunque il mio amor non curi?
 ODOARDO
 Per farmi di te degno
 Ceda pur un momento in questo petto
 Dello sdegno all’ardor, fiamma d’affetto.
 
    Bella, non creder mai,
1650Ch’io con tal macchia in seno
 Voglia mirarti almeno,
 O estinto mi vedrai,
 O degno del tuo Amor.
    Se vile, ignobil cuna
1655Mi diè cieca fortuna;
 Non mi torrà giammai
 La nobiltà del cor.
 
 SCENA V
 
 ROSALBA, indi RINIERI.
 
 ROSALBA
 Sempre di nuove pene
 È bersaglio il mio cor. Ma oddio, Rinieri!
1660Che farò? vo’ partir, ma dove? il piede
 Non so dove girar! confusa io sono! (si arresta pensosa.)
 RINIERI
 Sento dal Zio, che la sorella infame
 È fugita di casa. Io rintracciarla
 Vorrei, per gastigarla; ma mi astringe
1665L’obligo di portarmi
 A duellar con Odoardo e l’ora
 Appunto è questa. Che farò?
 ROSALBA
                                                      Fia meglio
 Chieder da sua pietade
 Generoso perdono, che l’espormi
1670A vergognosa fuga.
 RINIERI
 Non hò consiglio alcun.
 ROSALBA
                                             Caro Germano.
 Perdona, se
 RINIERI
                         A malvaggia. (sguaina la spada in atto di ferirla, ed è subito trattenuto da Fonso, e suoi servi che sopragiunge.)
 
 SCENA VI
 
 FONZO seguito da suoi servi rustici, FAUSTINA, che osserva, e detti.
 
 FONZO
                                                   Va chiano.
 Tenite a cchillo. Oh appunto
 Tu si’, ne smargiassello.
1675Mo’ aje da fa commico.
 FAUSTINA
 (Che avvenne!)
 ROSALBA
                                (Son perduta!)
 RINIERI
                                                              A miglior tempo
 Cadrai del mio rigor vittima esangue,
 Né sempre giugnerà chi si difenda.
 E tu vecchio importun, se vendicarti
1680Brami, siegui i miei passi,
 Dove vo’ che paventi
 Insieme col tuo figlio
 Di cruda morte l’ultimo periglio.
 FONZO
 Vengo gnorsine: attraverzate vuje
1685Pe cchelle massarie,
 E stagliatele nnante, ch’io mo’ vago
 A chiammà Micco, Cianne, Ambruoso, e Cicco
 Mmiezo nce lo mettimmo,
 E accossì tonnina nne facimmo. (parte.)
 RINIERI
1690Che fo? vado? o mi resto?
 Da doppio sdegno lacerato ha il core;
 Qui lo chiama vendetta; e quinci onore.
 Contro quel che mi offese
 Andrò: ma qui lasciar debbo l’iniqua
1695Cagion d’ogni mio biasmo!
 Ah! fluttuante, e mesto
 Che risolver non so. Sì, sì, trafiggasi
 Pria l’indegno Odoardo,
 E poi tu, infame aspetta
1700Tutto il rigor d’una crudel vendetta.
 
    Indegna, sì, cadrai
 Scopo del mio furore:
 Armato è questo core
 Di giusta crudeltà.
1705   Tu m’irritasti a segno,
 Che dal mio fiero sdegno
 Sperar non puoi giammai
 Perdono né pietà.
 
 SCENA VII
 
 FAUSTINA, e ROSALBA.
 
 FAUSTINA
 Oimé, di quanto mal presaga io sono.
1710Ma che accadde, non so! Costei mi puote
 Toglier di dubio; ma la veggo molto
 Turbata: e tanto è nel dolore immersa,
 Che sembra immobil sasso;
 Pur dimandarle vo’. Ti priego, Amica,
1715Di dirmi (se ti è in grado)
 Che fu? Perché colui tanto sdegnato
 Era contro di te? dimmi, se lice,
 La cagion, che ti fa tanto infelice?
 ROSALBA
 
    Qual fulmine mi uccide
1720Io dirti già non so!
 So che deliro io misera,
 Fra i sdegni, e fra gli amori:
 So, che mi veggo intorno
 Mille funesti orrori:
1725So, che si oscura il giorno,
 Che mi vacilla il piè!
    L’affanno, che divide
 Il cor da questo seno,
 Spiegarsi non si può.
1730Se potrei dirlo appieno
 Soffribile saria;
 Ma l’aspra pena mia
 Soffribile non è.
 
 SCENA VIII
 
 FAUSTINA sola.
 
 FAUSTINA
 Misera Faustina
1735Non ti bastava esser bersaglio, e segno
 D’ogni amorosa pena;
 Se non veniva a funestarti il petto
 Co i toschi, e gli angui suoi la gelosia!
 A ragion l’alma mia
1740Teme, che di costei forse invaghito
 L’incostante Riniero
 Fosse prima di me: Giacch’ella tanto
 Si lamenta, e si sdegna,
 Nettampoco si degna
1745Di risposte onorarmi, odiando forse
 La causa in me de’ suoi penosi affanni.
 Qual’altri infausti danni
 Pavento (ai lassa!) Ah! qual gelato orrore
 Per le vene mi corre, e mi sorprende
1750L’alma malcauta, e i sensi!
 Ardo, e gelo in un punto:
 Temo, e spero, mi affliggo, amo, e disamo.
 Fido credo l’amante,
 Infido lo sospetto: reo lo fuggo,
1755Amoroso lo bramo;
 È irresoluta intanto
 Tra speranza, e timor mi sciolgo in pianto.
 
    Vo’ sperar; ma son tradita
 Vo’ temer; ma sono amata.
1760E pavento sbigottita,
 E sospiro disperata
 Tra gli orrori di quest’alma
 Quella calma, che non hò.
    Pur tra gare sì funeste,
1765In sì orribili tempeste,
 Perderò prima la vita,
 Che la speme io lasciarò.
 
 SCENA IX
 
 FONZO, e poi LAURETTA.
 
 FONZO
 So’ ghiuto co la gente
 Pe fa taccariare
1770Chillo frabutto, e llà nce aggio trovato
 Figliemo, e pure ll’ave defennuto
 Or io so’ arresoluto
 Mannà presone a cchisto,
 E po accidere a chillo.
 LAURETTA
1775Hò trovato Rinieri, ed Odoardo
 Rappattumati; onde mi è stato agevole
 Avisargli la trama di Ciannella.
 FONZO
 E becco st’auta bona pezza.
 LAURETTA
                                                    Padron.
 FONZO
 Fraostina è ncoppa?
 LAURETTA
1780Credo di sì.
 FONZO
                         Le voglio
 Tagliare li capille.
 LAURETTA
 E pur tanto adirato
 Siete contro di lei? dovreste alfine
 Placarvi.
 FONZO
                   Statte zitto,
1785Si non vuo’, che mme sconto
 Ogne cosa co ttico.
 Ma veo gente venire.
 LAURETTA
                                         È una signora
 Con compagnia, e sembrami Spagnola.
 FONZO
 Ma co cche ggravetate, che cammina.
 LAURETTA
1790(Egli è Ambrogio, e il volante, or si dà foco
 Al concertato inganno:
 E il Vecchio dovrà aver la beffe, e il danno.)
 
 SCENA X
 
 AMBROSIO vestito Dama Spagnola col manto, seguito da NICOLINO, vestito femina sua Cameriera alcuni servi, e detti.
 
 AMBRUOSO
 
 Ah caurones, picarones
 Non volite ì cchiù chiano
1795Co sossiego, y gravidà?
 Pocca yo so’ la cchiù ermosa,
 La cchiù linda y graziosa,
 Che nce sia pe la Città.
 Vaja, vaja, en ora mala
1800Caglia cuerno, caglia osté.
 
 NICOLINO
 
 Ah canaglia barbettina,
 Oh, oh, ohi son Fiorentina,
 E mi state a corbellà.
 Io mi chiamo Checca Nanni
1805So cuscir, stirare i panni
 E so ancor toscanià.
 Oh, oh, ohi, potta d’oi,
 La faremo giusta affé.
 
 (Vi’ llà lo viecchio: a nnuje.)
 AMBRUOSO
1810(Calammonce lo manto
 E stammonce ncampana.) (piano fra.)
 FONZO
 (Pare no catafarco! spica d’uorgio.)
 AMBRUOSO
 Uh! (sospirando verso Fonzo.)
 LAURETTA
                                                         (Sospira.)
 FONZO
                                                                              (Io credeva
 Ch’era Lupemenaro.) (fra loro.)
 NICOLINO
1815Mia cara, e dolciata Padroncina (ad Ambruoso parlando con voce alta.)
 Cosa vi affligge?
 AMBRUOSO
                                 Mucciaccina ermosa
 Esto Cielo muy lindo mme spertosa.
 LAURETTA
 L’udiste? e guarda attentamente a voi.
 FONZO
 (È lo vero: nne vole de la quaglia.)
 AMBRUOSO
1820Il mio fratello?
 NICOLINO
                              È andato a ritrovare
 Il Padron del casin per avisarlo
 Del nostro arrivo quinci.
 FONZO
 Vene lo frate?
 LAURETTA
                             (Non l’avete inteso?)
 AMBRUOSO
 Valghe me dios; yo chiero
1825Che non venisse più?
 FONZO
                                          (Chesta è ncappata
 De fatte mieje.)
 LAURETTA
                                (Così mi credo anch’io.) (Ambruoso s’alza il manto.)
 FONZO
 (Zì, zì: s’auza lo manto.)
 LAURETTA
 (E vi guarda amoroso.)
 FONZO
 (Ojemmè che spina ponteca!)
 LAURETTA
1830V’inchina. (a Don Fonzo, additandoli Ambruoso che l’inchina.)
 FONZO
                       Addio signora.
 (Chest’è propio de chiaja la malora.)
 AMBRUOSO
 (Mo’ è lo tiempo tè.) (piano a Nicolino dandoli un anello.)
 NICOLINO
                                         (Lassa fa a mmene.)
 LAURETTA
 (La Cameriera a voi si accosta.)
 FONZO
                                                            (È bero
 Ma facimmo lo sasco.)
 NICOLINO
1835Me li dedico. (A Fonzo facendoli riverenza.)
 FONZO
                            Schiavo d’ossoria.
 NICOLINO
 La Padroncina mia per me vi manda
 Due mila bagiamani.
 FONZO
 Ed io porzì le manno
 Cientomilia salute (co na vreccia.)
 LAURETTA
1840(Che diletto!)
 AMBRUOSO
                            (Che sfizeo!)
 NICOLINO
                                                      E poi vi dice,
 Che per voi la meschina
 È cotta.
 FONZO
                 Ed io so’ crudo. (Vi’ ch’accunto!)
 NICOLINO
 E nell’istesso punto, acciò vediate
 Quanto v’ama, vi manda a rregalare
1845Questo ricco diamante.
 FONZO
 (Bonora!)
 LAURETTA
                      (Fa davvero
 Prendetelo.) (piano fra loro.)
 FONZO
                           (E ppo?)
 LAURETTA
 (E poi corrispennetela.)
 FONZO
 (A cchi? a chillo cancaro mpasticcio?
1850Ajebò.)
 AMBRUOSO
                 Nigna.
 NICOLINO
                                Signora.
 AMBRUOSO
 Ave osté ammorbidito quel cor fello?
 O pur tomo un palicco, e me spestello?
 NICOLINO
 L’udite. (a Fonzo.)
 LAURETTA
                   Via prendetelo, ed andate
 A farle un complimento.
 FONZO
1855Pigliamo: obrecatissimo. (allommanco
 Non ce resto corrivo.) (prende l’anello.)
 NICOLINO
 Signora, allegramente.
 Ave accettato il vostro dono. (ad Ambruoso.)
 AMBRUOSO
                                                      Oh Ico
 De mi alma, alma del mi corazon. (a Fonzo.)
 FONZO
1860V’alleveresco. (Ojemmene, e che fegura
 Orrida!)
 LAURETTA
                   Via.
 NICOLINO
                             Si accosti.
 AMBRUOSO
 Osté mi vole bene?
 FONZO
 De che manera (tanto avisse sciato.)
 LAURETTA
 (Ditele qualche cosa.) (piano a Fonzo.)
 FONZO
                                           (Io so’ mbrogliato.)
 
1865   Chillo naso mm’affattora,
 Chella vocca me nnammora.
 (So’ papocchie.) (da parte.)
 E po chill’uocchie
 Songo stelle, o calamite?
1870(Doje pertose so’ de tiesto.)
 Ll’auto riesto già se sa.
 Cicisbeje, si sbenarrite,
 Sta bellezza a buje se dà.
    Che statura! che faccella!
1875No Pittore addove sta?
 (Chi vedè Pollecenella
 Vo’ lo manto, e guardanfante
 Lo ritratto stace cca.)
 
 LAURETTA
 Giunge un milordo, e credo,
1880Che sarà il suo fratello.
 FONZO
 Potta! e bi’ comme va guappo, e pulito.
 
 SCENA XI
 
 CIANNELLA travestita da Parigino, e i già detti, e FAUSTINA.
 
 CIANNELLA
 
 Oh sciarman le monpeis
 Où si gode in danze, e in mode,
 Si sta sempre in fete, e in ris.
1885Oh sciarman le mon pris.
 
 FONZO
 È coriuso sto Monsù.
 FAUSTINA
                                         (Mi sembra
 Costui Ciannella.) (piano a Lauretta.)
 LAURETTA
                                     (È d’essa. (piano a Faustina.)
 Tacete, ha buon principio
 L’invenzion, il vostro Genitore
1890Ravvisati non gli hà.)
 CIANNELLA
 Cara la man sorella
 Come a vù plas la campagna.
 AMBRUOSO
                                                       Bien.
 CIANNELLA
 E tres bien vù starete
 Adorable Madame
1895Quei pochi giorni, che starete a prandere
 Un peù d’air dans quello Jardin.
 AMBRUOSO
                                                             Ai de mi!
 CIANNELLA
 Che vi afflige dite a mué,
 Che sge son qua per vù.
 FONZO
                                              (Pe mme sospira!
 È ncappata addavero!) (piano a Lauretta.)
 LAURETTA
                                             (Già il conosco.)
 NICOLINO
1900Vuole qua dimorare, cattarina,
 Né vuole andare ancora
 Si rinchiudersi in caggia.
 Intende la Padron?
 CIANNELLA
                                      Che dite vù?
 AMBRUOSO
 È vero osté?
 NICOLINO
                          (Mo’ moro de lo riso.)
 CIANNELLA
1905E state pur, che sge procurarè
 Un peù di spasso per questo contorno,
 Ed ecco chi ci onorerà. Monsieù.
 Votrvalé de bon cour. (a Fonzo.)
 FONZO
                                           Schiavo divoto.
 CIANNELLA
 E vù Madamusella. (a Laurina in atto di prenderla per mano.)
 LAURETTA
1910Di grazia.
 FONZO
                     A Patron mio.
 CIANNELLA
 Oh che Madamusella incivilissime.
 Le man. (a Lauretta.)
 LAURETTA
                    Oibò!
 FONZO
                                 Ah si Monsù.
 CIANNELLA
                                                           Chesche
 Volete vù.
 FONZO
                      Parlammo nfra de nuje,
 E lassate ì le ffemmene. (addita Ambruoso.)
 CIANNELLA
1915Ragionate pur voi la con Madama
 Ch’io parlerò qua con Madamisella.
 AMBRUOSO
 Ya, favorisca osté. (a Fonzo.)
 FONZO
 Gnornò, obregato a osté. (auh Diavolo
 Oje, co cchisto Monsù!)
 NICOLINO
                                             (Se nfada Fonzo.)
 FONZO
1920Ah si Monsù.
 CIANNELLA
                           Guì, guì.
 FONZO
 Nguì, nguì, le mano a buje.
 CIANNELLA
 È usanza forestiera.
 FONZO
 E ghiate a farla fora.
 Ca cca è osanza de cioncà la mmano,
1925E perzò state ciunco.
 CIANNELLA
 Andiam, madamusella. (a Faustina.)
 FONZO
 Bonora, vi’ che lotano?
 AMBRUOSO
 Caglia, Segnore, e passiammo nziemo. (a Fonzo.)
 FONZO
 Non aggio sto golio.
 CIANNELLA
1930Amable signorina. (a Faustina.)
 FONZO
 Chisto mme fa schierchiare stammatina.
 NICOLINO
 Oh, oi, questa è una rustica azzione.
 FONZO
 Oh, oi, no mme frusciate lo cauzone.
 CIANNELLA
 
    Se sapessi, che plasir
1935È il gioir colle Madame,
 Il danzer un minué.
 Far i pas, i contrapas,
 Di boré, di bilancé.
 Danseresti ancora vù.
1940Guì: alò: for bien Monsiù.
    Troppo zotico vu sete
 Se la moda non sapete,
 Del trattar con civilté.
 Chesche dit? vous ete triste?
1945Perdonez mué Monsiù! (parte con Ambrogio, e Nicolino.)
 
 SCENA XII
 
 FAUSTINA, LAURETTA, e FONZO, indi NICOLINO, che torna.
 
 FONZO
 Ora vi’, che bisbeteco,
 Co ttanta barzellette
 M’ha fatto sto Monsù votà la capo.
 E si non era c’accosine tratta
1950L’osanza forastera,
 Nuje la faceamo nera.
 Ma non potive sta si non ascive
 Tu porzine cca fora?
 FAUSTINA
 Qui calai Genitor perché vi vidi.
 FONZO
1955O perché te credive
 De nce asciare lo sbriffio; ma farrimmo
 Meglio nziemmo li cunte,
 E primmo primmo a Frateto
 Voglio schiaffà dinto a no tarcenale.
 LAURETTA
1960Torna la Cameriera
 Di quella forestiera. (Faustina, e Lauretta si ritirano.)
 FONZO
 Arrassateve vuje.
 NICOLINO
 Sua serva.
 FONZO
                      Schiavo.
 NICOLINO
                                        La Padrona mia
 Dice, che vi degnate
1965Adesso, che il fratello è andato altrove
 Venirla a ritrovare, ove vi serba
 Altri regali ricchi, e graziosi.
 FONZO
 Jammo pe darle gusto, si be’ io
 Non aggio tanto mmiereto. (partono uniti.)
 NICOLINO
1970Seguite i passi miei.
 LAURETTA
 Vieni Faustina.
 FAUSTINA
                               Dove va mio Padre.
 LAURETTA
 Dalla finta Spagnuola
 Ove nel punto stesso
 Sarà sorpreso dal finto fratello:
1975Il qual da suoi famigli
 Farà legarlo, e per campar la morte
 Dovrà far quel che vuole.
 FAUSTINA
 Va bene, ma non anco
 Rinieri s’è veduto.
 LAURETTA
1980Poco fa lo vid’io col tuo germano,
 Ed entrambi avisai del concertato.
 Eccoli, ed è con loro anco Rosalba
 Di Rinieri sorella.
 FAUSTINA
 Quella dunque è germana di Rinieri?
1985Or comprendo l’equivoco. Respiro.
 
 SCENA XIII, ed Ultima.
 
 RINIERI, ODOARDO, ROSALBA, FAUSTINA, e LAURETTA, poi FONZO ligato in mezzo a’ servi, e tutti.
 
 RINIERI
 Rosalba è tua.
 ODOARDO
                             Tua sposa anco è Faustina.
 FAUSTINA
 Altro non manca, che il voler del Padre.
 ODOARDO
 A che sta il concertato!
 LAURETTA
 A quest’ora il padrone sarà preso.
 RINIERI
1990Vengono già.
 FAUSTINA
                           (Povero Genitore!)
 CIANNELLA
 Porté vù quel Maraut
 Qui fuori.
 FONZO
                      Ajemmè so’ muorto.
 CIANNELLA
 Tu dunque avesti ardire
 Di macchiarmi l’onor frippon, mavvagge
1995Ammazzé.
 FONZO
                       Chiano, ca mo’ se revoca
 Lo decreto.
 RINIERI
                        Che accadde?
 ODOARDO
 Che vi ha fatto mio Padre?
 FONZO
 Ajuto, figlio mio.
 Segno’, tu porzì ajutame
 NICOLINO
2000(Che riso!)
 AMBRUOSO
                        (Io mo’ mme piscio!)
 RINIERI
 Perché gli usate tanta tirannia.
 CIANNELLA
 Ave avuto l’ardire
 Entrare in casa mia, e far l’amore
 Con man sorella.
 RINIERI
                                  E che gran male è questo?
 ODOARDO
2005Il corteggiar le donne,
 È usanza.
 LAURETTA
                     È usanza.
 FONZO
                                         È usanza signorine.
 CIANNELLA
 Ma questa usanza lui
 Non l’approva però.
 RINIERI
 Come no? Se di già l’ave approvata,
2010E me, che hò vagheggiata la sua figlia,
 M’ha accettato per Genero.
 CIANNELLA
 Questo è vero.
 FONZO
                             Verissemo.
 (Io no nne saccio niente.)
 ODOARDO
 Ed anco me, che suo figliuolo sono,
2015Avendo vagheggiata
 Di Rinier la Germana
 Hà fatto suo Consorte.
 CIANNELLA
                                           E quest’ancora?
 FONZO
 È beretà (vi’ ch’auta assisa è chesta.)
 CIANNELLA
 Orsù già che ’l fé vù per sola usance
2020Sge se perdono; ma con patto ancora,
 Che dovete impalmare
 Ciannella.
 FONZO
                      È fatto: tanto cchiù, che stammo
 Già con la renza matremmoniatoria.
 CIANNELLA
 Scioglietelo.
 FONZO
                         Sciogliteme.
 CIANNELLA
2025E datemi la mano.
 FONZO
 Eccola.
 CIANNELLA
                Io son Ciannolla.
 FONZO
 Oh!
 AMBRUOSO
           Ed io so’ Ambruoso.
 FONZO
 Uh!
 NICOLINO
           Ed io so’ Nicolino.
 FONZO
 Ih!
 LAURETTA
          Ah, ah, che gusto!
 FONZO
2030E perché tante mbroglie?
 CIANNELLA
 Pe pigliareme spasso.
 Consolare st’amante poverielle.
 E fa scompì na vota tanta trivole.
 FONZO
 Non ne sia cchiù, chello ch’è fatto, è fatto
2035Saglimmoncenne ncoppa tutte quante
 E consolarce co sti matremmonie.
 AMBRUOSO
 Ed io nce voglio fa n’abballo d’ascole.
 LAURETTA
 Sia co buona salute.
 NICOLINO
                                       E figlie mascole.
 TUTTI
 
 Quando il mare più freme in tempesta
2040Più vicina la calma si vede
 Ed il giorno più chiaro succede,
 Più che oscura la notte sarà.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

Trimestrale elettronico 2016-1

Ultimo aggiornamento: 4 gennaio 2016

 

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