Opera Buffa  Napoli 1797 - 1750
  
  
 D. Laura Pellecchia, Napoli, per Domenico Langiano, 1750
 a cura di Silvana Pastore
 
 
 
paratesto ATTO PRIMO ATTO SECONDO ATTO TERZO Apparato
 
 D. LAURA PELLECCHIA
 
 
 Commedia per musica da rappresentarsi nel Teatro de Fiorentini nell’Autunno di quest’Anno 1750. Dedicata a Sua Eccellenza il Signor D. Pietro Antonio Sanseverino, Conte di Chiaromonte, Principe di S. Giorgio, Marchese del Sacro Romano Impero, d’Orso nuovo, e vecchio, utile Signore della Terra di Grottola, del Lago de Salpi ec.
 In Napoli MDCCL. Per Domenico Langiano, e da esso si vendono nel vicolo della porta piccola di S. Giuseppe Maggiore.
 
 
 Eccellentissimo Signore.
 Non fu mai persona più ragionevolmente di me confusa, or che mi si presenta la tanto bramata occasione di far palese al Mondo quella inalterabile divozione di animo, che per lo passato internamente ho nutrita verso l’E.V., perché mi si affollano in mente tanti, e sì differenti pensieri, che mi diffido di ponerli ad ordine, poiché vorrei attestare a V. E., che il piacer che provo nel far oggi comparsa in faccia al Publico, ornato dello specioso Carattere di vostro Servidore, è così grande, che non sò esprimerlo con parole, che per lo contrario è infinita la mia confusione in comparire io così sfornito di meriti, e col solo povero dono, o a meglio dire, tributo di questa qual’ella siasi Commedia, quale al gran Nome di V.E. consagro, che la mia gratitudine mi forza a parlare, e che la vostra modestia, e la mia fiacchezza mi obligano a tacere; Or se a ciò non vaglio, come potrei poi pormi a narrare in piccola parte la chiarezza dell’antico celebrato sempre nobilissimo Sangue, che v’empie le vene nell’angusto spazio di poche righe, ove questa è impresa da impiegarvi volumi, oltracchè non racconterei cosa nuova, né anche al più stupido uomo, non dico del nostro Regno, ma d’Italia ancora, poiché non v’è persona, che appena abbia il discernimento de caratteri, che, non s’abbatta continuamente a leggere le illustri memorie della vostra Regale Stirpe, o chi benché di lettere ignorante, non ne sia informato bene spesso dal publico grido delle genti, nelle cui memorie vive, e vivrà sempre per retaggio il Gloriosissimo Cognome de SANSEVERINI. Ma via maggior difficoltà incontrerei nel venire al particolare delle proprie lodi di V.E., giacché la sua grand’Anima, oltre l’aver redate, tutte le Glorie de suoi Maggiori ci ha aggiunto un’infinito numero di suoi proprj pregi, risplendendo a gara nell’E.V. la grandezza dell’animo, la soavità del costume, la perizia dell’arti Cavalleresche, ed una perfetta, e soda letteratura, che formano il colmo delle sue perfezioni, e lo rendono
 Caro alle Muse, e caro al Dio dell’armi,
 di modocché io confuso, non so, se appigliarmi a tacer tutto per dubio di dir poco, o a dirne almen poco per non, esser colpevole d’aver tacciuto tutto, conoscendo bene, che le vostre infinite virtù
 Tacer sia colpa, e raccontar periglio.
 Sicché V.E. consideri il mio rispettoso silenzio, com’effetto della grandezza delle sue sovrumane prerogative, risguardi il mio parlare com’impulso della mia divozione, e soffra che se io taccio d’ogni altro, parli solo vantandomi
 Di V.E.
 Umiliss. Devotiss. Serv.
 Tomaso Garzia.
 
 INTERLOCUTORI
 
 D. LAURA PELLECCHIA Baronessa capricciosa, ed affettata, Sorella consanguinea di D. Fulgenzio Napoletana, che abita in una Villa di Roma, innamorata di Masullo.
 La Signora Marianna Monti.
 FLAMINIA sua Sorella, innamorata prima di Lelio, e poi Sposa di
 La Signora Margherita Mergher.
 CAMILLO giovane Romano, innamorato prima di D. Laura, e poi Sposa di Flaminio.
 La Signora Eleonora Pauli.
 AURELIA innamorata di Camillo, che poi diviene Sposa diù
 La Sig. Anna Trabucco.
 LELIO giovane Livornese amico di Camillo, e innamorato di Flaminia.
 La Signora Maddalena Lepri.
 MASULLO Monnezzaro Napoletano, uomo grazioso, che ritrovasi in detta Villa di Roma, innamorato di D. Laura.
 Il Sig. Antonio Catalano.
 D. FULGENZIO PELLECCHIA Napolitano, che vuol far da Causidico Romano, persona inetta, che suppone falsamente di se stesso.
 Il Signor Giuseppe Casaccia.
 
 
 La Scena rappresenta una Villa vicino Roma, con Casino di D. Fulgenzio, la cui entrata è una scala scoverta con picciolo balcone laterale, al cui Casino, è contiguo uno Stradone ombroso, che introduce per dietro all’istesso Casino, dirimpetto al quale vi è l’abitazione di D. Aurelia con due appartamenti.
 
 La Musica è del Signor D. Giuseppe Sellitto, Maestro di Cappella Napoletano.
 Ingegniere, e Pittore delle Scene
 Il Signor Paolo Saracino Napoletano.
 Inventore, e Sartore degli Abiti
 Il Sig. Gioacchino Mariscotta Napoletano.
 
 
 
 

 

 

Trimestrale elettronico 2016-1

Ultimo aggiornamento: 4 gennaio 2016

 

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