Opera Buffa  Napoli 1797 - 1750
  
  
 Chi dell'altrui si veste presto si spoglia, Napoli, a spese di Nicola di Biase, 1734
 a cura di Paologiovanni Maione
 
 
 
paratesto ATTO PRIMO ATTO SECONDO ATTO TERZO Apparato
 
 CHI DELL’ALTRUI SI VESTE PRESTO SI SPOGLIA
 
 
 Comedia per Musica di Tomaso Mariani Romano. Da rappresentarsi nel Teatro de’ Fiorentini nell’Inverno del corrente anno 1734. Dedicata all’Illustriss., ed Eccellentis. Signora la Signora D. Maria Antonia Carafa de’ Duchi di Maddaloni, Principessa d’Avellino, Duchessa d’Atripalda, Marchesa di Sanseverino, Contessa di Serino, di Galerata, e Vespolati, Signora delle Baronie de’ Lancusi, Saragnano, Baronissi, Acquamela, Candida, Montefredano, e della Salzola, &c.
 In Napoli MDCCXXXIV. A spese di Nicola di Biase, dal quale si vendono alla Posta, ed a Fontana Medina.
 
 
 ILLUSTRISS., ED ECCELLENTISS. SIGNORA
 In attestato del mio riverentissimo ossequio, umilio a piedi dell’E.V. la presente Operetta, che, scarsa, per se stessa, d’ogni altro pregio, fastosa nientedimeno esce alla luce, portando in fronte il glorioso nome di V.E. da cui implorando il vantaggio dell’alto suo autorevole patrocinio, e per essa, e per me mi do la gloria di publicarmi col più profondo de’ miei rispetti.
 Di V.E.
 Umiliss. Div. Servidore Ossequiosissimo
 Domenico di Nicola Impressario.
 
 
 ARGOMENTO DELLA FAVOLA.
 Eligio Cancelli Cittadino Napolitano, partitosi dalla Patria, nella sua gioventù, tratto dal desiderio di veder Roma, ivi portossi, ed invaghitosi in quella Città di Celia Toretti gentildonna Romana la fe sua moglie, e n’ebbe due figli Faustina, ed Alessandro, quali essendo ancora nella più tenera età, venuto a morte Eligio, li lasciò raccomandati alla cura di Gio: Nicola suo fratello maggiore commorante in Napoli: Questo portatosi in Roma indusse la vedova sua cognata, con i due piccioli figliolini a portarsi nella sua Patria, al che facilmente condescese Celia, per meglio torsi d’avanti gl’occhi le memorie dell’estinto consorte, per la perdita del quale rimase dolente a segno, che doppo pochi anni anch’essa lo seguitò. Contrasse Gio: Nicola, nel tempo della sua dimora in Roma, stretta amicizia con Anselmo Firmiani, vicino, e niente meno amico del fu Eligio di lui fratello, che avuti quasi contemporaneamente due figli ancor esso Beatrice, e Pompeo, ne dispose a suo tempo le nozze, colli nipoti di Gio: Nicola, quale coltivata, senza intermissione per lettere l’amicizia d’Anselmo, giunti i fanciulli all’età propria, ne concluse le nozze, da effettuarsi in Napoli; Postisi dunque in viaggio Beatrice, e Pompeo, con Aurelia loro madre (arrestato Anselmo da premurosi interessi in Roma) furono per la via assaliti da ladri, e spogliati con pericolo della vita, che per il gran timore perdette solamente la vecchia Aurelia; Trovossi a caso presente alla sorpresa un certo Martone Napolitano, uomo volgare, che aveva dimorato anch’esso per lo spazio di molti anni in Roma quale, nascostosi dietro una siepe per la paura vide impunemente l’assassinio, nel fervore di cui sopragiunta la corte, e posti in fuga i malfattori, uno di essi carico degl’abiti de i depredati passaggieri, perché questi non gli servissero al fuggire d’inciampo, gli gettò dietro la siepe ove stava nascosto Martone, che avvalendosi della congiuntura, cessato il tumulto, col favore della notte, gli riuscì trasportarli in luogo sicuro, dove esaminatigli, e ritrovate nell’abito di Pompeo le lettere credenziali, dispose temerariamente finger esso lo sposo, e far rappresentare gl’altri due personaggi da Ciulla, e Chiarella, madre, e figlia, che abitavano in capo di Chino, e che avevano tratta ancor’esse lunga dimora in Roma, come eseguì. Pompeo, e Beatrice all’incontro dolenti, oltre modo per l’accidente, e vie più per la perdita della madre, sariano morti ancor’essi, se la pietà di cortese Pastore non gl’avesse animati a sopravivere alla di lei sventura, con provedere l’estinta di sepolcro, ed i malvivi di abiti rusticali. Quel che ne siegue dalla lettura della Commedia si comprende. Le parole Fato, Destino, adorare, e simili, sono scherzi di penna Poetica, non sentimenti di cuor Cattolico, qual si professa l’Autore. Vivi felice.
 
 ATTORI.
 
 FAUSTINA.
 La Signora Antonia Colasanti.
 POMPEO.
 La Signora Teresa Passaglione.
 BEATRICE.
 La Signora Maddalena Ricci.
 ALESSANDRO.
 La Signora Paola Fernandez.
 LUIGGI.
 La Signora Giuseppa de Marino.
 CHIARELLA.
 La Signora Margarita Pozzi.
 CIULLA.
 Il Signor D. Simone de Falco.
 MARTONE.
 Il Signor Girolamo Piano virtuoso della Real Cappella.
 GIANCOLA.
 Il Signor Giacomo d’Ambrosio.
 
 
 La Scena si finge in una Massaria
 A Capo di Chino.
 La Musica è del Signor D. Antonio Aurisicchio Maestro di Cappella Napolitano.
 
 
 
 

 

 

Trimestrale elettronico 2016-1

Ultimo aggiornamento: 4 gennaio 2016

 

Valid XHTML 1.0 Transitional