Opera Buffa  Napoli 1797 - 1750
  
  
 Il nuovo D. Chisciotte, Napoli, per Domenico Langiano, 1748
 a cura di Paologiovanni Maione
 
 
 
paratesto ATTO PRIMO ATTO SECONDO ATTO TERZO Apparato
 
 Il nuovo D. Chisciotte
 
 
 Commedia per musica da rappresentarsi nel Teatro de’ Fiorentini
 nell’Autunno di quest’anno 1748.
 Dedicata all’Illustriss., ed Eccellentiss. Sign. il Signor D. Ferdin. Vincenzo Spinelli. Principe di Tarsia, e del Sacro Romano Imperio, Marchese di Vico, Principe dell’Oloveto, Duca d’Aquara, Marchese del Cirò, Conte del Bianco, Signore di Terranova, Sperzano, Lattarico, Regina, San Benedetto, S. Martino, e di Varano, utile Signore della Città di Viesti, Gentiluomo della Real Camera di S.M. del Rè delle due Sicilie, Cavaliere dell’Insigne, e Real Ordine di S. Gennaro &c.
 In Napoli MDCCXLVIII. Per Domenico Langiano, da cui si vendono nella strada della porta piccola di S. Giuseppe Maggiore.
 
 
 Eccellenza.
 Poca fatiga ho durata, Ecc. Prence, nel voler dare a questa piacevole Commedia, che nella stagion presente nel mio Teatro comparir deve, un gran Protettore; avendo senza esitazion veruna stabilitone la scelta nella persona di V.E. Ed in vero non poteasi pensare un più degno di Voi, in cui unitamente ammira il secolo presente (oltre l’antichissima prosapia illustrata di Lettere, e d’Armi, di Porpore, e Triregni) amabiltà di costumi, Cuor Magnanimo, e Regale, alto discernimento, idee sublimi, anima grande, e meravigliosa propension per le lettere; siccome ne fa chiara testimonianza la speciosa, e gran Biblioteca, che avete eretta a prò de Letterati tutti, dove concorrono, e Filosofi, e Giurisconsulti, e Geometri, e Matematici, e Fisici, ed Astronomici, e Poeti, ed Oratori ad esercitar l’ingegno; talche non an che invidiare i nostri ultimi tempi, a i più remoti, veggendo in voi rinati i genj di Mecenate, e d’Augusto. Mi fo dunque ardito presentarvela, tale qual’ella siasi, umile in se stessa, ma grande per il glorioso nome di V.E., che fastosamente ad onta di maligna Invidia, l’adorna. Accettate, non il dono, ch’è nulla, ma l’animo, e l’affetto del Donante, ch’è molto; mentre io umilmente pregandovi ad onorarne sovente la rappresentazione, sì voi, che la vostra Eccellentissima Consorte, la cui unione il Cielo feliciti, e conservi per lunga serie d’anni, col più vero segno d’ossequio mi raffermo.
 Di V.E.
 Um. Dev. ed Oblig. Servo.
 Tomaso Garzia
 
 A. P. a chi legge.
 Essendoci stato addossato il carico di dirigere la presente Commedia, ultimo parto del lepidissimo ingegno del fu Gennaro Antonio Federici, assai rinomato in sì fatti componimenti Teatrali, e che col nome del Fantastico fu rappresentata sul Teatro Nuovo nel Carnovale del 43.; Noi, per mancanza del di lei Autore, abbiamo accettato l’impegno; avendo avuto però il riguardo di non alterarla punto, se non se in quello, a cui siamo stati astretti dalla pura necessità. Quindi è, che se la trovi abbreviata di molto, e varia ancora in qualche parte di essa, come nel principio, ne’ finali, ed in molte arie, ciò non è seguito, perché forse siasi stimato superfluo, o non proprio quello ch’è stato tolto, o variato, né per inferir alcun biasmo alla memoria dell’Autore, il quale come quello, ch’era molto esperto in tali Drammatiche composizioni, non fu mai capace di simili mende. Ma ciò si è dovuto fare per incontrare il genio del Publico, cui tanto alletta nelle sceniche Rappresentazioni non meno la novità degli avvenimenti, che la brevità dell’azzione: ed anco per esserci stato d’uopo adattarla all’abilità de’ presenti Cantanti totalmente diversi da quelli, che la prima volta la rappresentarono, a qual effetto dovè per necessità seguirne il divisato cambiamento. Ciò ti serva d’avviso: e vivi felice.
 
 La Scena è Campagna deliziosa; a man destra veduta esteriore d’un Giardino di Giampietro, ed appresso edificj antichi, quasi tutti diruti con Torre ancora all’impiedi, ma che minaccia ruina, alla quale si va per una salita di frabica antica. A man sinistra veduta d’un Podere di Micco sparso di varj seminati, e d’alberi diversi. In prospetto veduta del Porto di Genova.
 
 Persone.
 
 TEODORA Nipote di Micco Papera innamorata di Ascanio.
 La Sig. Agata Ricci.
 ASCANIO Amante di Teodora.
 La Sig. Nicoletta di Gennaro.
 VIRGINIA Nipote di Giampietro amante di Riccardo.
 La Sig. Tomasina Velardi.
 RICCARDO Giovine Livornese, che si finge Cavaliero Errante col nome del Cavalier del Sole amante di Teodora.
 La Sig. Marianna Gheri.
 PIMPA Serva di Virginia innamorata di Brunello.
 La Sig. Anna Maria di Gennaro.
 MICCO PAPERA Napoletano d’umor sciocco, e stravolto, che fa da Cavaliero Errante col nome di Don Battinferno.
 Il Sig. Antonio Catalano.
 GIAMPIETRO SPICHETTO Napoletano Uomo stizzoso Zio di Virginia.
 Il Sig. Giacomo Ricci.
 BRUNELLO Cameriere di Micco amante di Pimpa.
 Il Sig. Filippo Sidoti.
 
 
 La musica di tutte l’arie segnate col segno §. è del fu Maestro di Cappella D. Leonardo Leo, e quella della sinfonia, recitativi, finali, duetto, e dell’altre arie senza alcun segno, è del Signor D. Pietro Gomens, Maestro di Cappella dell’Ecc. Sig. Duca di Castropignano.
 Inventore, e dipintore della Scena; il Signor Paolo Saracino Napoletano.
 
 
 
 

 

 

Trimestrale elettronico 2016-1

Ultimo aggiornamento: 4 gennaio 2016

 

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