Opera Buffa  Napoli 1797 - 1750
  
  
 Il nuovo D. Chisciotte, Napoli, per Domenico Langiano, 1748
 a cura di Paologiovanni Maione
 
 
 
paratesto ATTO PRIMO ATTO SECONDO ATTO TERZO Apparato
 
 ATTO SECONDO
 
 SCENA I
 
 MICCO, e BRUNELLO.
 
 MICCO
630Ma, Brunello, poter di Florismarte!
 Queste son certe cose indiaschiciate.
 Al mio mostaccio colla mia adorata
 Fare le guattarelle?
 BRUNELLO
 Queste son bagattelle.
 MICCO
                                           Bagattelle?
635Avria d’avè n’Arrante,
 Pe sopportarle, un petto di diamante.
 BRUNELLO
 Non vi ricorda, voi l’avete letto,
 Quanto sofferse il vostro Don Chisciotte
 Per la sua Dulcinea?
 MICCO
640È ber.
 BRUNELLO
               Quanto sofferse il grand’Orlando
 Il qual per la sua Angelica,
 O fiore, o onor de Cavalieri erranti,
 Sì gloriosamente andò in pazzia?
 Come per la sua Pimpa
645Appunto dovrà far Vossignoria.
 MICCO
 Come?
 BRUNELLO
                 Non v’è rimedio,
 Altrimenti sarete
 Un Errante di stoppa.
 MICCO
 E io ho da mpazzì?
 BRUNELLO
                                      Ed impazzire
650V’ho da far io.
 MICCO
                             De cchiù?
 BRUNELLO
                                                  Chi fu cagione
 Della pazzia d’Orlando?
 MICCO
 Angelica.
 BRUNELLO
                    E perché? perché un Eroe
 Sì famoso sprezzando,
 A Medoro si unì. Questo Medoro
655Sarò io: Pimpa Angelica;
 Ella voi odierà,
 A me si attaccherà: voi impazzirete;
 Ed uguale ad Orlando diverrete.
 MICCO
 Brunello, vuoi ti dica,
660Che mi vai tillicanno, e d’impazzire
 Già mi vene il golio?
 BRUNELLO
                                         Si stamperà di voi
 Un libro intitolato:
 Don Battinferno il matto.
 MICCO
 Comme mo va stampato
665L’Orlanno furioso?
 BRUNELLO
                                     Appunto, appunto.
 Beato voi!
 MICCO
                      Mpazziamo,
 Pozzo fa più pe tte, Pimpa carissima?
 Impazzirò. Un amante
 Più affinato di me dove si trova?
 BRUNELLO
670Tant’è. (L’è un animal di specie nova!)
 
    Lei sarà pazzo,
 Ma tal pazzia,
 Sarà una specie
 Di bizzarria,
675Un Eroismo
 D’antichità.
 (Già il poveretto
 Perde il cervello
 Già l’incurabili
680L’aspetterà.)
 
    Tutti diranno
 È quello è quello
 Quel Cavaliero
 Famoso Errante,
685Che tanto affanno,
 Tanto strapazzo
 Patì per una
 Vaga beltà.
 (Ah ah è da ridere
690Ve’ quante smorfie
 Non v’è rimedio
 È pazzo già.)
 
 SCENA II
 
 MICCO, dopo RICCARDO: e TEODORA.
 
 MICCO
 Io già mi sento friggere
 Tutto il sango. Or leggimmo un poco il Testo,
695E gghiammo studianno
 Comme a ste cose se portaje Arlanno. (cava di sacca l’Ariosto e si pone a leggere.)
 RICCARDO
 Vita mia, mio conforto, e mio tesoro
 Non più mesto qual pria, ma tutto lieto
 Mi vedi innanzi a te; da ciò abbastanza
700Puoi comprender quant’hai
 Sopra il mio cor, sopra di me possanza.
 TEODORA
 Che vuol dirmi con ciò?
 RICCARDO
 Il Zio...
 TEODORA
                 E pur col Zio! Me intender devi
 Non già ’l Zio: io ti dissi, che non t’amo;
705Io ora tel confermo; anzi non solo
 Non t’amo, ma ho per te odio infinito.
 MICCO
 Uh che imbroglio nc’è quà! e quante cose
 Avrò da fa; quanno po so mpazzito!
 RICCARDO
 Come... (parte.)
710TEODORA
                        Ma troppo omai, e più del troppo
 Tedioso a me ti rendi!
 E intendila una volta, intendi, intendi. (parte.)
 
 SCENA III
 
 GIAMPIETRO, VIRGINIA, e PIMPA di casa, e RICCARDO.
 
 GIAMPIETRO
 Chi è, addov’è, dimmello mostrammillo?
 VIRGINIA
 Eccolo. (additano Riccardo.)
 PIMPA
                 Quello.
 GIAMPIETRO
                                 Chillo?
715Mo te l’agghiusto. Schiavo mi patrone.
 RICCARDO
 Servidor vostro.
 GIAMPIETRO
                                (Vide che fegura!
 Pare, che faccia mascare.)
 RICCARDO
                                                  (Costui
 Mi guarda, che sarà!)
 GIAMPIETRO
 Ne Signore, ossoria
720È il Cavalier del Sole?
 RICCARDO
 Io sono.
 GIAMPIETRO
                  E ll’ossoria
 S’ave da nguadià sta sia Teodora?
 RICCARDO
 Mi fu dal Zio promessa.
 GIAMPIETRO
                                              E ll’ossoria
 Canosce a mme?
 RICCARDO
                                  Io nò.
 GIAMPIETRO
                                               Saccia ossoria,
725Ch’io so’ Giampietro Spichetto, lo quale
 Co n’arrante, e co dduje, co seje, e co binte
 Se fa na poneata.
 PIMPA
 (Il Padrone farà qualche frittata!)
 VIRGINIA
 (Oddio temo ch’il Zio
730Non dia in qualche eccesso!)
 RICCARDO
 Infin se non si spiega io non l’intendo.
 GIAMPIETRO
 Mo te la faccio intendere: oscia saccia
 Ca Teodora è cosa mia.
 RICCARDO
                                             Vostra?
 GIAMPIETRO
 Se dece nostra, e pe cchi schitto l’osema
735Nc’è na mostra de nnaccare
 Ch’è no spavento.
 VIRGINIA
                                   (Oimè!)
 RICCARDO
                                                     Io so che ’l Zio
 A me vuol darla.
 GIAMPIETRO
                                 A te? perché si Arrante?
 perché si’ no mpostore? Che te cride
 Ca non si’ canosciuto
740Ca te chiamme Reccardo
 E ca si’ de Leguorno?
 RICCARDO
                                          Io? sbaglia.
 GIAMPIETRO
                                                                 Sbaglio?
 Mmalo’... Comme...
 VIRGINIA
                                       Sì sì, vedremo adesso
 Se avrai tanta baldanza
 Negarlo in mia presenza
745Mentitore, bugiardo?
 RICCARDO
                                          Ma potrebbe
 Virginia omai darsi una volta pace:
 Lasciar d’importunarmi:
 Di più perseguitarmi. È un voler questo
 Essere a forza amata a quel che veggio!
 GIAMPIETRO
750(Chesta mo è n’autra votta!)
 PIMPA
                                                      (E ha fatto peggio.)
 RICCARDO
 
    Se mentitor son io
 Se a te non son fedele,
 Perché ostinata oddio
 Siegui ad amarmi ancor.
 
755   Troppo nojosa sei
 Ti mostri assai crudele
 Se dagli affetti miei
 Pensi ritrarmi ancor.
 
 SCENA IV
 
 GIAMPIETRO, VIRGINIA, e PIMPA.
 
 GIAMPIETRO
 Mbe? comme va sto mbruoglio?
 PIMPA
                                                             (Or udiremo
760La rovina di Troja.)
 GIAMPIETRO
 Non respunne?
 VIRGINIA
                               Vi prego
 A non montare in furie.
 GIAMPIETRO
                                              A ffurie simmo?
 PIMPA
 Non sapete? Le furie mai fur buone.
 GIAMPIETRO
 Si si. Parla.
 VIRGINIA
                        Io da che, vivo mio Padre,
765Dimorava in Livorno,
 M’invaghij di Riccardo, ascosa tenni
 Però colà mia fiamma; intanto il Padre
 Passò di vita, ed io dovetti in Genova
 Venirne a voi: partiste voi per Napoli
770Ultimamente, ahi lassa,
 Il mio ben qua rividi, ahi non l’avessi
 Riveduto giammai! Di farlo inteso
 Del mio amor procurai; l’empio con scuse
 Vane lo rifiutò; disse, ch’ei quegli
775Non era ch’io credea, che d’Oriente
 Venuto era. Guardate
 Che menzogne sfacciate! E che doveva
 Teodora impalmar; con ciò crudele
 Fu meco sempre, ed or, come già udiste,
780Fermo è in sua crudeltà: sol perché io scoppj
 Di spasmo, e ambascia.
 PIMPA
                                              Ve’ che alma ingrata!
 GIAMPIETRO
 Mannaggia ll’ora, che non si’ crepata.
 PIMPA
 (Oimè?)
 GIAMPIETRO
                    Comme? Sso ntrico
 Tu tiene pe le mmano, e ssaje le mpigno
785A cchesto io co Micco? E mme pregave,
 A non montare nfurie?
 Mme sagliarrà lo cancaro,
 Farraggio no strevereo,
 Che nn’agge mente campe a avè memmoria.
 PIMPA
790Uh uh, che fu! Pietà con quella misera.
 GIAMPIETRO
 Zitto tu, si non vuoje te piglio a scoppole,
 E tte guasto li ricce.
 VIRGINIA
                                       Ah Signor Zio...
 GIAMPIETRO
 È ttiempo perzo; a mme no mme spostate
 No nce vastano manco carcassate.
 
795   Ca leje chiagne: è chiajeto muorto.
 Ca leje dice: è perzo tutto
 So’ no chiuovo, che cchiù trase
 Quanto chiù da lo martiello
 È battuto tuppe ttù.
 
800   Chessa posta, chisto tuorto
 M’ha da fare no frabutto!
 A mme po ssò trainiello?
 E boscia! ciento case
 Scasarraggio, e fuorze cchiù.
 
 SCENA V
 
 VIRGINIA, e PIMPA.
 
 PIMPA
805Voi in sostanza andaste per la decima
 E vi lasciaste i sacchi; credevate
 Di far gran che, scoprendo
 L’intrigo di Riccardo al Signor Zio,
 E fu peggio: Riccardo
810La fe a voi. (entra.)
 VIRGINIA
                        Ben conosco,
 Che già nacqui infelice;
 Ogni stella mi è avversa: onde né bene,
 Né pace, né consuol sperar mi lice.
 
    Piango dolente,
815Sospiro misera:
 Né v’è chi sente,
 Chi per me scuotesi.
 Mercé il mio core
 Chiede ad amore,
820Lungi è mercé!
 Pietà ad amore
 Grida quest’alma,
 Morta è pietà!
 
    In tale stato
825Sì abbandonato
 Sperar poss’io?
 E come, o Dio!
 S’è vanità.
 
 SCENA VI
 
 ASCANIO, e poi TEODORA.
 
 ASCANIO
 Ben mi potria giovar questo disturbo
830Se quella, ch’è cagion de’ mali miei
 Fedeltà mi serbasse.
 TEODORA
 Ascanio cosa accadde
 Tra Giampietro, ed il Zio?
 ASCANIO
                                                  Venuti insieme
 Sono alle brutte. Orsù tempo, o Teodora,
835Or è, se pur tu vuoi,
 Chiarir miei dubj.
 TEODORA
                                     E siamo a dubj ancora?
 ASCANIO
 A me poc’anzi disse il Zio, che poco
 A lui cal, se tu impalmi
 Giampietro, o il Cavaliero; Or, rifiutando
840Così l’un, come l’altro,
 Per me tua volontà spiega, e fa nota.
 TEODORA
 Troppo Ascanio le cose
 Facili si dipinge! E che? Giampietro,
 Il Cavaliero, in ciò non si opporranno?
845Nulla opreran col zio?
 ASCANIO
                                          Nulla porranno
 Appo il zio, né Giampietro,
 Né il Cavalier; fu questi
 Già scoverto impostor, che non sia errante
 Com’essi dicon: Quegli è già con lui
850Disturbato in tal guisa, che mal ponno
 Rappattumarsi più. Onde siam certi
 Noi d’ottener l’intento.
 TEODORA
                                            E chi ti accerta?
 Chi può dir, che ’l zio poi, sai ch’uomo è egli
 Sia contento a te darmi?
 ASCANIO
                                               E quanti dubj
855Suscitando mi vai! Or parla aperto
 Meco, o Teodora: di, che mi lusinghi,
 Dì che mi burli; dì, che a te serv’io
 Di passatempo; dì che sei una finta,
 Una ingannevol donna,
860Una indegna, una...
 TEODORA
                                       Ascanio,
 Or soverchio trascorri. In sì vil guisa
 Trattandomi, che forse!... Ah! ch’io starei
 Per maledire amor...
 ASCANIO
                                         Debb’io, debb’io
 Maledirlo, che troppo
865Mi ti fa amare.
 TEODORA
                               E tu d’amarmi lascia,
 E una volta finiscila.
 ASCANIO
                                        Teodora,
 T’incominci a spiegare.
 TEODORA
 M’obliga a un tal parlare il tuo parlare.
 
    Tu temi del mio affetto,
870Tu infida ognor mi credi;
 Ma se col rio sospetto
 Nel tormentarmi eccedi,
 Peggior dell’odio assai
 È sì funesto amor.
 
875   Tra sassi, e spine mai
 Nascer si vide il giglio,
 Né amor giammai fu figlio
 D’affanno, e di dolor.
 
 SCENA VII
 
 ASCANIO.
 
 ASCANIO
 Ecco al fine avverati
880Tutti i sospetti miei, ecco Teodora
 Infedele vie più, ch’io non credei.
 Ma con qual arte rea procura, e cerca
 Ricoprir sue mancanze?
 Fino ad incolpar me! Malvagia! Ed io
885Ed io più l’amerò? No: pria suoi fulmini
 Su di me il Cielo avventi,
 E mi atterri, e mi annienti.
 Sì sì, donna sì ria
 Di tutti gli odj miei l’oggetto sia.
 
890   Troppo rubelle siete
 Barbare inique stelle,
 Per me voi risplendete
 Troppo maligni rai;
 Dè mitigate omai
895La vostra crudeltà.
 
    Fra tanti strazj, e pene
 La debole mia spene
 Perdendo ancor si và.
 
 SCENA VIII
 
 BRUNELLO di casa, dopo MICCO dalla Torre.
 
 BRUNELLO
 Vi stasse quì per sorte, o per disgrazia
900Quel Leon scatenato di Giampietro! (guardando da per tutto.)
 Quegli non scherza. Ei fa mestier, ch’io pensi
 Un po al mio pelliccione.
 MICCO
                                                Pis, pis, Brunel.
 BRUNELLO
 Padrone.
 MICCO
                    Osserva; squatra,
 Vi’ nce fosse l’amico.
 BRUNELLO
                                         Ho già osservato,
905Né v’è niun: venite, e non temete.
 MICCO
 Non è pe lo temere,
 Mai temano l’Arranti;
 E cca io... (quì Brunello guardando nella casa di Giampietro fa segno che vengono genti.) Cosa l’è?... Parla Brunello.
 BRUNELLO
 Sento in quell’uscio là...
 MICCO
                                              Cosa mai senti?
 BRUNELLO
910Parmi gente...
 MICCO
                             E sarà quel zorfarello. (Micco si mette a fuggire, al che fugge anche Brunello, ma questi accorgendosi, ch’è Pimpa, che viene fa cenno a Micco, il quale si trattiene.)
 
 SCENA IX
 
 PIMPA di casa, e i suddetti.
 
 PIMPA
 
 Chi sa mai dove ne sta
 Quello, che io cercando vo’:
 Bel regalo io dar li vo’,
 S’egli a me lo porterà.
 
 BRUNELLO
 
915Quei, che cerchi...
 
 MICCO
 Zitto zi’; io vo rispondere...
 (Sta attiento pe Giampietro) Io vo rispondere
 A quel nume, al cui tanto (ahi!) ho servito
 O mal visto, o mal noto, o mal gradito.
 
920Lo so io dove ne sta
 Chi tu cerchi, e dir nol vo:
 Farti vo arrabbiare un po’
 Come a me fai tu arrabbià.
 
 PIMPA
 
 Mattarello di mammà.
925Quando io poi sarò arrabbiata,
 Morsicare ti vorrò;
 E che guajo per te sarà!
 
 MICCO
 
 Zingarella di Tatà
 Quando poi sei tu arrabbiata;
930Mozzicare io mi farrò,
 E che sfizio mi sarrà!
 
 A DUE
 PIMPA
 
 Mattare’... mattarello di mammà.
 
 MICCO
 
 Zingare’... Zingarella di Tatà.
 
 BRUNELLO
 Sarebbe bella, ed or venisse attempo
935Giampietro; e che fuggir!
 PIMPA
                                                 Ma... ma chi è quello? (vedendo Brunello e fingendo non averlo ancor veduto.)
 Quello chi è? Ah l’ho trovato senza
 Che lei mel dica. Caro mio Brunello,
 Mio dolce spirituccio,
 Mio pupo, mio pupino, mio pupuccio.
 MICCO
940O botte irreparabili,
 Che m’ancidono il cor!
 BRUNELLO
                                            Padrone, attento:
 Ch’adesso è tempo. Pimpa mia del core,
 Pimpa dell’alma Pi’...
 PIMPA
                                          Si alma, e core!
 Va va furfante, com’io non sapessi;
945Che tu mi burli, ed io a te pensando,
 Spasimo, vengo men, muojo...
 MICCO
                                                         O malora!
 Che frezzate! Ne? Orlanno
 Chiammaje la mmalora? (a Brunello.)
 BRUNELLO
 È facil. Voi seguite a far così,
950Che andate ben.
 MICCO
                                 Facete il fatto vostro.
 PIMPA
 Che dice quel ridicolo?
 BRUNELLO
 Oh sapessi... Ma stiamo su la nostra,
 Che non siam colti insiem dal tuo Padrone.
 MICCO
 Brunel ve’ ch’io non sento,
955Quel, che vi nfrocicate, e se non sento
 Non mi ponno venì li ntusiasmi.
 BRUNELLO
 Ha ragion.
 PIMPA
                       Vuol sentir? Senta. (a Micco.) Io ti dissi (a Brunello.)
 Che mi burli...
 BRUNELLO
                              Ma come...
 PIMPA
                                                    Ah! non ti vedo
 Brugiar come brug’io. Deh osserva, osserva
960Par, che ho la febre, sì cocente è il foco.
 MICCO
 Uh la rezza!
 PIMPA
                         Deh tocca, tocca il core
 MICCO
 Uh la mappa!
 PIMPA
 Sai che dice con ciò? Che vuole unirsi
 Al tuo cor stretto stretto.
 MICCO
                                               Uh li stentini,
965Il fecato, il prummon... Empia ribella (và infuriato verso Pimpa.)
 D’Amor, così fa? Cotanto affetto
 A un vil Scutiero, e ppo a me ch’Errante
 Songo di primma crassa, odi cotanto?
 Dimmi, tigra, va ben, ch’aggi a trattare
970Come a pezza di piedi, ah sorte dura!
 Il Cavalier de la mala Sciagura?
 BRUNELLO
 Siete scappato?
 MICCO
                                Si perché mi pare?
 Ch’Orlanno anche scappò.
 PIMPA
                                                  Scappi, o non scappi;
 Che cale a me? Che cale a me, ch’ei pera (affettando gravità.)
975Di smania, e di dispetto. Pera, pera
 Non mi tocca pietà sebbene il vedo
 Trapassato da lancia, o spada, o spiedo:
 Onde sgombri di quà, e del suo collo
 Vada altrove a rottura,
980Il Cavalier de la mala Sciagura.
 (Ho fatto da errantessa.)
 BRUNELLO
                                                (E vi riesci.)
 MICCO
 Brune’, già si sa il caso,
 Già perdo sensi, e moti...
 BRUNELLO
                                                Ed andiam bene.
 PIMPA
 Sol costui, caro! Sol costui m’impresse (mostrando Brunello.)
985In mezzo al core amor: Sol egli, ah vago!
 D’ogni mio affetto è degno.
 MICCO
 Brunel già più non vedo.
 BRUNELLO
                                                Ottimo segno.
 PIMPA
 
    Io son la passeretta,
 Ch’al passerin suo caro
990Allegra, e vezzosetta
 Vola d’intorno, e canta
 Sempre da pianta in pianta
 Zì, zì, zì, zì, zì, zì.
 E tu crudel mi sembri
995L’uccellatore avaro,
 Che vuoi pigliarmi al laccio,
 Ma non sarà così.
 
    Sicchè mio buon Errante,
 Che meco fai l’amante,
1000Abbi pazienza, e parti;
 Poiché non posso amarti:
 È questo il vago oggetto,
 Che il petto mi ferì.
 
 SCENA X
 
 MICCO, e BRUNELLO, dopo GIAMPIETRO in disparte.
 
 BRUNELLO
 Pimpa inver s’è portata da Maestra,
1005E costui... ma che vista! (additando Micco, che par immobile.)
 Caveria le risate
 Anche da’ morti.
 GIAMPIETRO
                                  Oh tè li cammarate.
 Mo vedimmo... Ma chillo pare statola (guardando Micco.)
 E cchisto se la ride. (guardando Brunello.)
1010Voglio vedè, ched’è ssa mmenzione.
 BRUNELLO
 Padron, padron, signor Don Battinferno,
 (S’è vista mai più scempia creatura?)
 Ser Cavalier de la mala Sciagura.
 GIAMPIETRO
 Stamm’a ssentì, ch’è bella.
 MICCO
                                                   Ecco spedito
1015Già son, piangi, o Scutier: son già impazzito.
 BRUNELLO
 Piangi? Io mi allegrerò, che siete giunto
 A un sì felice, e sì bramato punto.
 GIAMPIETRO
 Vide che ghioja! Ma pe mme vennecare
 Mo te voglio agghiustare. (entra.)
 MICCO
1020Ora sù a noi. Ecco già monto in furie
 Già li panni mi squarcio; ecco lontano
 Mondo da me gli arnesi.
 BRUNELLO
                                               O il vero matto!
 Come fate pulito!
 MICCO
                                   Ma qual mostro
 Or mi vene a sbanà?
1025Chi sei? Scostati là?
 Ah ti conosco già;
 Sei la donna crudissima,
 Che mi fost’ingratissima.
 O mimmoria acerbissima,
1030Che mi fa venir manco! oimè... Brunello,
 Io svenir mo vorria, svenir mo pozzo?
 Ah?
 BRUNELLO
           (Va tieni, e non ridere.)
 MICCO
 Risponni, o con un punio or ti scocozzo?
 BRUNELLO
 Le mani a se. Svenisca,
1035Come vuol.
 MICCO
                        Ben, mantieni.
 Io svengo, ahi lasso.
 Da l’ancunia... a la tromba... è un breve... passo. (e si butta sopra a Brunello.)
 BRUNELLO
 (Ma che testa! che umore!
 Che passatempo proprio da signore.)
 MICCO
 
1040   Dove sto? che scuritorio!
 È cantina, o filatorio?
 Oh si muta già la scena
 In campagna fresca, e amena.
 Van spirando i venticelli,
1045Van cantando i pinti uccelli.
 Ma ch’è stato? vecco lesta
 Na tempesta, ed accommenza
 Ncupo ncupo già a tronar.
 
    Ecco un’altra mutazione:
1050L’ario tutto è già schiarato;
 Ed un Monno di persone,
 Per lo gusto, e lo diletto,
 Va sonanno pizzicanno
 Chitarrelle, e chitarrine,
1055Arpe, cetre, e rebbecchine:
 A sautare io pur mi metto...
 Pia’ pia’ piano. O che scajenza!
 Già si torna ad abbujar.
 
 SCENA XI
 
 GIAMPIETRO seguito da una quantità di Mattarelli con funi, che poi portano una sedia, e li suddetti; poi PIMPA.
 
 BRUNELLO
 Sta a veder, che costui
1060Da dovero perdendo và il cervello.
 GIAMPIETRO
 Che se fa ccà?
 BRUNELLO
                          (Oimè.) Nulla... Il Padrone.
 GIAMPIETRO
 Lo Patrone, che ccosa?
 BRUNELLO
 Che sò: il poverino sta colà.
1065(Io non sò che mi dir.)
 GIAMPIETRO
 Colà? ah frabutto! e ttu che nce faje lloco?
 MICCO
 Stongo pè gghi mpazzia.
 GIAMPIETRO
                                               Ò nce si’ ghiuto?
 MICCO
                                                                                Certo
 Sono impazzito affatto.
 GIAMPIETRO
                                             Si’ mpazzito,
 E giacché si’ mpazzito, a buje legatelo,
1070Deritto all’incorabele portatelo.
 BRUNELLO
 (Quest’è meglio!)
 MICCO
                                   Ligatelo!
 Pian, pian. Brunello dimme: chi so chiste?
 BRUNELLO
 Sono fantasme, e spiriti, venuti
 Quivi per incantarvi
1075(Fingiam così.)
 MICCO
                               Incantarmi?
 BRUNELLO
                                                        Sicurissimo
 Come già fu incantato Don Chisciotte.
 MICCO
                                                                       Ne?
 E Don Chisciotte pure fu ligato
 Quanno fuje ncantato?
 BRUNELLO
 Sicuro.
 GIAMPIETRO
                 Siente llà l’abbonatore!
 MICCO
1080Ca va a carreco tujo?
 BRUNELLO
 Io non vi fo sbagliar, non dubitate.
 (Che avea da dire.)
 PIMPA
 Oh Padron, che faceste?
 GIAMPIETRO
 È pazzo, è pazzo.
 MICCO
1085È pazzo, è pazzo; e quello ch’è più peggio
 Songo pazzo, e ncantato. (viene la sedia.)
 GIAMPIETRO
 Via su assettate ccà.
 MICCO
                                       Quest’altro ancora
 Brunello?
 BRUNELLO
                     Certo; quando Don Chisciotte
 Fu incantato, sedè sopra un carro:
1090Non vi ricorda nulla a quel che vedo!
 PIMPA
 (Quest’è cervello!)
 MICCO
                                     E mentr’è questo io sedo.
 
 Nè Brunel, chi è quillo llà.
 
 BRUNELLO
 
 È il gran Mago Malagigi
 Colla verga, e coi prestigj
1095T’ha incantato in mezzo quà.
 
 GIAMPIETRO
 
 Signorsì ve voglio dare
 Tutto chello, che ve pare
 Malagise, e chi nce stà.
 
 MICCO
 
 Malagise: ah per pietà.
 
 GIAMPIETRO
 
1100È mpazzuto mmeretà.
 
 MICCO
 
 E chell’autra llà chi è?
 
 BRUNELLO
 
 È Morgana la gran fata
 Che discinta, e scarmigliata
 Incantando ancor ti và.
 
 PIMPA
 
1105L’incantesmo già si serra
 Ora ch’io tre volte in terra
 Batto il piede: vedi quà.
 
 MICCO
 
 Maga mia pe caretà.
 
 PIMPA
 
 (Il più matto non si dà.)
 
 MICCO
 
1110Chi è sto Spirto?
 
 BRUNELLO
 
                                  È farfarello.
 
 MICCO
 
 Farfarello? arrasso sia!
 E chist’autro?
 
 BRUNELLO
 
                             È Belzebù.
 
 MICCO
 
 Brutto nomme nzanetà
 Ntra Marchiana, e Malagise
1115Farfariello, e Marzabucco
 Io son reso già di stucco
 Incantato sono già. (I Mattarelli portano Micco sulla sedia ligato e i tre lo seguono ridendo.)
 
 
 
 

 

 

Trimestrale elettronico 2016-1

Ultimo aggiornamento: 4 gennaio 2016

 

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