Opera Buffa  Napoli 1797 - 1750
  
  
 Onore vince amore, Napoli, A spese di Nicola di Biase, 1736
 a cura di Salvatore Lorello
 
 
 
paratesto ATTO PRIMO ATTO SECONDO ATTO TERZO Apparato
 
 ONORE VINCE AMORE
 
 
 Melodrama da rappresentarsi nel Teatro de’ Fiorentini ad Autunno del corrente Anno 1736. Consegrato All’Illustriss. ed Eccellentiss. Signora la Signora D. Anna Colonna Duchessa di Maddaloni, &c.
 In Napoli MDCCXXXVI. A spese di Nicola di Biase, dal quale si vendono sotto la Posta.
 
 
 Illustriss. ed Eccellentiss. Signora
 Sonetto dedicatorio.
 
    Questa di Vero, e Finto, al Vero uguale,
 Immagine poetica, e canora,
 Onde in palco l’altrui virtù s’onora,
 Umilio a piedi tuoi, Donna immortale.
 
    Quella, che nel tuo sen regna, e prevale
 Generosa Bontade, ove dimora
 Come in sua reggia, inchini a picciol ora
 Tua gran mente,e i begli occhi ad opra tale.
 
    Se bene avezza a i più sublimi oggetti
 Della Terra, piacer fors’anche avrai
 Di questi, o sciocchi, o rozzi, o men perfetti.
 
    Mia Somma gloria sia, se gradirai,
 Come supplico, il dono, ed i rispetti,
 Che da gran tempo al nome tuo sagrai.
 
 Di V.E.
 Umiliss., e Divotiss. Servitore
 D. Cosmo Giunti Impresario.
 
 
 Soggetto del Melodrama.
 A chi vuol leggere.
 Tra Cavalieri, cortese Leggitore, che vennero in ajuto del Re Ferrante I d’Aragona, per farlo di questo Regno, dal suo Padre Alfonso I. in morte lasciatogli, interamente impossessare; vi fù D. Giovanni Toreglia, Catalano, che venendovi con diece sue galee, a’ di lui affari di guerra non fù di poco giovamento. Ma dopo per non mai penetrata cagione da lui gravemente disgustato si divise: ed in vendetta tutto il mare al Ré soggeto corseggiò, gran terrore, e ruina nelle Terre maritime recando; e finalmente l’Isola Enatia, volgarmente Ischia, ad occupar si pose. Alla di cui difesa Ferrante un valoroso Cavaliere Valenziano, che Fernando chiamaremo, prestamente spedì; e questi finche non si fé la pace, e l’assedio si sciolse, con gran vigore, e lode la sostenne, Il Summonte nella vita di Ferrante I.
 Sù questo fatto istorico volendo l’Autor del Melodrama una favola poetica componere, hà finto, che D. Giovanni, e D. Fernando nella Regal Corte strettissima, e leale amicizia contraessero, fino a scambievolmente risolvere, e promettersi di dare D. Giovanni per isposa la sua germana Elmira a Fernando, e questi a lui la sua, ch’Arminda chiamavasi. Ma il Rè impegnato da un suo congionto, che per se la desiava, fé con piacevoli, ed artificiose maniere dal Toreglia promettersi di non tirare più avanti le nozze, e di non dire a chi li sia il segreto fé giurarsi. Riflettendo egli dopo al torto fattogli, e la passione della Dama vie più irritandolo, alla vendetta, ed a sposarla ad onta del Rè si risolse, e come s’è più di sopra divisato, se n’allontanò, e le mentovate ostilità fecegli, con la speranza d’ indurre Fernando alla sua volontà, siccome più volte premurose istanze gliene fece, senza però manifestargli il regio divieto fattogli, per non mancare alla parola, e giuramento al Rè fatto. Ma Fernando, come lealissimo, e molto onorato, e beneficato dal medesimo, tenne a dissonore l’imparentarsi con un di lui nemico, e perciò intender gli fece, che mai le disiate nozze compito avrebbe, se con quegli riconciliato non si fosse, restarono per tanto in apparenza nemici, quantunque nell’interno s’amassero, fin tanto, che morendo il pretensor d’Arminda, mutaron faccia le cose, e terminò la briga, e l’assedio, conforme nel Melodrama leggerai, il di cui titolo in amendue i Cavalieri s’avvera, che all’amore, non già all’onore pregiudicar vollero. Tutto ciò hò voluto distintamente avvisarti, perché per servire alla brevità, appena nel Melodrama l’accenno; in cui mi protesto, che nelle parole Destino, Sorte, Stelle, adorare, e simili hò secondo l’abbuso, a’ Poeti permesso; favellato, ma credo, vivo, e morir voglio Cattolico Romano, siccome essere la Dio mercé mi pregio, e vanto.
 Vivi felice.
 
 PERSONE
 
 D. GIOVANNI TOREGLIA, Generale di mare di Ferrante I. Rè di Napoli, e poi suo nemico.
 Il Signor Giovanni Manzuoli.
 D. FERNANDO ERRIQUEZ, Governatore dell’armi per lo medesimo Rè nell’isola d’Ischia.
 Il Signor Giuseppe Ciacchi.
 D. ARMINDA, Dama spiritosa, sorella di Fernando.
 La Signora Elisabetta Querini.
 D. ELMIRA, sorella di D. Giovanni.
 La Signora Maddalena Frizzi.
 ROCCHETTO, Paggio di D.Arminda.
 La Signora Giovanna Falconetti.
 CECELLA, giovanetta giardiniera.
 La Signora N.N.
 PENNACCHIO, Capo squadra, e familiare del Toreglia.
 Il Signor Giovanni Romanelli.
 CRESPANO, uomo popolare, di mezana età, e quasi scemo.
 Il Signor Giovanni d’Ambrosio.
 CORO di soldati con loro Officiali.
 
 APPARENZE DI SCENA
 Pianura sotto la Città d’Ischia, con la medesima Città, e mare in prospettiva.
 Camera nel Casino di D. Giovanni e Fernando.
 Giardino nel Casino di D. Fernando.
 Galleria nel medesimo Casino.
 Il Melodramma si rappresenta nell’accennata Pianura d’Ischia.
 
 MUSICA del Mastro di Cappella Sig. Lionardo Leo, Provice Maestro della Regal Cappella di Napoli.
 Direttore de i Balli il Sig. Filippo Desalle.
 Ingegniere, e Pittore delle Scene il Sig. Paolo Seracino.
 Sartore degli Abiti il Sig. Giuseppe Quadri Milanese.
 
 
 
 

 

 

Trimestrale elettronico 2016-1

Ultimo aggiornamento: 4 gennaio 2016

 

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